giovedì 26 maggio 2011

Ripasso dei tempi verbali... con una canzone!

Modà - La notte



Sì, _____________ pure misteriosa e tenebrosa,
quando _____________ fa paura,
ma _____________ e _____________ se l'ascolti
se _____________ e cerchi dentro lei
la forza per andare avanti
e non _____________ con il sole e i raggi,
_____________ dagli insulti e dalle malelingue
che cercan solo di ferirmi e screditarmi
Mi lascia fare anche se sbaglio a _____________ male
senza insultarmi

Non come te che invece
_____________ in un momento tutto quanto
ed _____________ dentro te soltanto il peggio
per uno sbaglio ed un momento
in cui _____________ solo
senza coraggio.

Ma la notte so che pensi a me, amore
nel buio cerchi sempre le mie mani
no, non fingere di stare già già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso,
o almeno penso.


Dico _____________, poi _____________
_____________ nei momenti di sconforto
quando intorno a me
tutto è buio come
come la notte, come le botte
come le ferite _____________
mai _____________, ancora aperte,
sbagliare umano ma per te uno sbaglio è tutto,
sono solo un malandrino ed un violento,
per una volta prova ad _____________ il cuore
e non l'orgoglio

Ma la notte so che pensi a me, amore
nel buio cerchi sempre le mie mani
no, non fingere di stare già già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso
o almeno penso

giovedì 12 maggio 2011

La ricetta del mese: gli spaghetti alle vongole

Un'ottima ricetta per l'estate che arriva.



■ Preparazione

le vongole
La preparazione degli spaghetti con le vongole inizia qualche ora prima: bisogna infatti lasciare le vongole qualche ora, meglio una nottata intera, in ammollo con abbondante acqua salata per permettere lo spurgo di eventuali impurità. Preparate una pentola capiente dove fare aprire le vongole a fuoco vivace; le vongole vanno tolte dal fuoco immediatamente dopo la completa apertura, niente è più dannoso per il sapore delle vongole che una cottura prolungata. Separate le vongole dal liquido che si sarà formato, e filtratelo. A parte mettete a imbiondire gli spicchi d'aglio nell'olio e, non appena l'aglio sarà pronto, versate il liquido di cottura e fatelo addensare un po', aggiungendo una parte del prezzemolo.

Per ultimo aggiungete le vongole che a seconda dei gusti saranno state in parte sgusciate, e fate cuocere per pochi istanti. Condite gli spaghetti, o i vermicelli, che nel frattempo avrete cotto al dente con questo delizioso sughetto di vongole, aggiungendo per ultimo il restante prezzemolo e il pepe a volontà.

■ Consiglio
Le vongole per antonomasia da utilizzare nella ricetta degli spaghetti con le vongole sono le vongole veraci. Attenzione però, perché le vongole veraci nostrane sono pressoché sparite soppiantate da quelle asiatiche dal gusto meno deciso. Per riconoscerle bisogna controllare i sifoni retrattili che escono dal guscio: uniti nelle asiatiche e separati nelle nostrane.
Se invece non volete "impressionare" i vostri ospiti con la grandezza delle vongole veraci, e soprattutto avete molto più tempo a disposizione, il consiglio è di preparare gli spaghetti con le vongole usando le vongole più piccole chiamate in alcune zone d'Italia Telline oppure Venus; impiegherete molto più tempo ad assaporarne una ad una ma il risultato sarà decisamente memorabile.

■ Curiosità
La tradizione degli spaghetti alle vongole ha anche delle varianti, in particolare a Napoli ci sono due modi per prepararli con o senza pomodoro. In ogni famiglia, poi, ci sono i sostenitori di una o l'altra ricetta, in ogni caso in entrambi i casi è un peccato non assaggiarli.

[tratto da giallozafferano.it]

lunedì 9 maggio 2011

8 maggio: Festa della Mamma

Ecco le più famose canzoni italiane dedicate alla mamma.
Sono un po' vecchiotte, non sarà che gli italiani hanno smesso di essere troppo "mammoni"?

Mamma di Beniamino Gigli


Ciao mamma di Jovanotti


La più bella di Anna Tatangelo


Mamma e papà di Alex britti


No mamma no di Renato zero


Viva la mamma di Edoardo bennato


Iva Zanicchi "Mamma tutto"

domenica 1 maggio 2011

1° Maggio: festa dei lavoratori. "IL QUARTO STATO" di PELLIZZA DA VOLPEDO

Il Quarto Stato
Autore: Giuseppe Pellizza da Volpedo
Data: 1896-1902
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 293×545 cm
Dov'è: Museo del Novecento, Milano


Il Quarto Stato, opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori.
Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo sta avanzando verso la luce.
Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in altri dipinti (Ambasciatori della fame, Fiumana e  Il cammino dei lavoratori).
La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento.

Così lo descrive il suo autore:
« Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune... »
(Giuseppe Pellizza, Volpedo, 1892)

Così ne parla Aurora Scotti, in Cento opere. Proposte di lettura, in "Enciclopedia dell'arte", 2002:
Rispetto ai suoi contemporanei, il quadro di Pellizza rifiuta caratterizzazioni di eccitata protesta o di passiva rassegnazione, ma legando il tema iconografico dello sciopero con quello della sfilata che caratterizzava le celebrazioni della festa dei lavoratori, presenta una schiera di braccianti che avanza frontalmente, guidata in primo piano da tre persone in grandezza naturale: un uomo al centro affiancato, in posizione leggermente arretrata, da un secondo lavoratore più anziano e da una donna con un bimbo in braccio. La scena si svolge su una piazza illuminata dal sole chiusa sul fondo da folte macchie di vegetazione, che schermano anche le architetture esistenti, e da una porzione di cielo bluastro con striature rossastre iscritta in una cornice centinata. L'organizzazione dei personaggi fu lungamente studiata da Pellizza attraverso disegni preparatori a carboncino e gesso di grande suggestione compositiva e chiaroscurale: disegni singoli per i tre protagonisti, a gruppi per i personaggi in secondo piano, e di dettaglio per teste o mani delle ultime figure sul fondo.
Come i tre personaggi principali non si collocano su un'unica linea ma hanno un'impostazione leggermente a cuneo, così anche i personaggi in secondo piano sono solo apparentemente disposti a schiera, perché in realtà, come è ben evidenziato anche dalle loro ombre, si distribuiscono secondo una linea ondulata ribadita da un analogo comporsi del movimento delle mani nonché dal ritmo e dalla direzione delle loro teste. Questa soluzione contribuisce a evitare che il tutto appaia statico e greve, e a suggerire invece un movimento ritmico e continuo, che ben rappresenta ed evidenzia l'idea dell'avanzata. Anche le diverse condizioni di luce concorrono ad accentuare questa impressione di moto, perché mentre lo sfondo del cielo rappresenta un tramonto, le figure sono viste in una luce quasi meridiana: si accentua in tal modo l'idea dì un trascorrere del tempo e quindi di un collocarsi dell'episodio in uno spazio e in un tempo apparentemente unitari e contingenti, ma, in realtà, espressione di una dimensione più articolata e capace di alludere a un lampo e a una natura che diventano il simbolo di una storia e di valori più universali. In essi infatti si materializza l'avanzare inarrestabile di uomini e donne le cui connotazioni descrittive di età e di classe vengono rielaborate e riassorbite in forme nutrite di una profonda cultura pittorica che attinge ai modelli rinascimentali (Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Botticelli) lungamente studiati nei musei di Firenze, nelle Stanze e nei Palazzi Vaticani, e sulle fotografie Alinari, che di tali capolavori documentavano efficacemente forme, ritmi e articolazioni compositive. La volontà dell'autore di misurarsi al tempo stesso con la contemporaneità e con la storia si traduce non nella semplice riproposizione di un episodio contingente di uno sciopero o di una manifestazione di protesta, da cui pure aveva tratto fin dal 1891 la prima idea del quadro - in una ricerca che aveva prodotto il più oggettivamente naturalistico Ambasciatori della fame del 1892 e la interpretazione meno oggettiva e fortemente simbolista di Fiumana del 1895-96 -, ma nella ideazione di un quadro capace di esaltare l'oggettività delle forme e di simbolizzare tutto il cammino che la classe lavoratrice aveva fatto e si preparava a compiere, un cammino di affrancamento dall'abbrutimento della fatica verso una più umana consapevolezza del proprio valore e della propria forza, un percorso frutto di azione ma anche di pensiero.
Un simile elogio della contemporaneità non poteva essere realizzato se non con una tecnica capace di essere assolutamente moderna, e cioè scientificamente controllata nei passaggi costruttivi della figura ma anche nello studio degli accordi e dei contrasti delle luci a partire dalle basi offerte dalla fisica e dalla chimica ottocentesche. Il Quarto Stato è un'opera complessa, frutto di una tecnica cromatica matura ed efficace. Sulla grande tela, preparata a colla e gesso, Pellizza tracciò le linee di riferimento necessarie per costruire i numerosi personaggi su vari piani e la scena d'ambiente, utilizzando veline ricavate a penna sulla base di diversi cartoni a carboncino; intervenne poi col colore che usò puro, nella ricca gamma di toni messa a disposizione a fine Ottocento dalla casa parigina Lefranc, e che applicò a punti e lineette secondo le leggi del divisionismo, per rendere non solo effetti convincenti di luce ma anche di ariosità e di massa sia nel paesaggio sia nelle figure. Nel piano d'appoggio dominano tonalità ocra e rosate, che trovano il loro punto di massima accensione nel gilet rosso del personaggio in primo piano; nelle figure gli abiti sono realizzati con colori verdastri e giallo sulfurei, ottenuti con una ripetuta sovrapposizione dei vari pigmenti colorati, studiati nelle loro interferenze e nei loro timbri sulla base di cerchi cromatici del tipo elaborato da N.O. Rood (Modern Chromatics uscito a Londra nel 1879), capaci di determinare particolari intensità di toni sfruttando le leggi del contrasto e della complementarità. Anche la dimensione e la direzione delle pennellate contribuiscono a costruire le forme in modo tale da garantire a esse volume pur senza accentuarne la pesantezza o la robustezza. Analoga sapienza denotano le macchie di vegetazione che mediano con il loro controluce e la ricchezza de! fogliame tra la piena luminosità del primo piano e il corrusco tramonto di fondo. Proprio queste caratteristiche di serena oggettività, ma anche di forza e di sicura determinazione hanno contribuito a definire il valore simbolico dell'opera adottata come manifesto dai lavoratori e dalle loro associazioni fin dall'inizio della sua storia espositiva, all'origine di una lunga serie di usi e di riprese soprattutto nella seconda metà del Novecento».