lunedì 31 gennaio 2011

Settimana delle donne - Lunedì: Rita Levi Montalcini

La settimana scorsa molte amiche che hanno condiviso sul loro profilo di Facebook immagini di donne che hanno lottato per i diritti delle donne in Italia.Vogliamo unirci a questo appello mostrandovi questa settimana, sulla nostra pagina facebook e sul nostro blog, 7 donne italiane a cui vorremmo tutte assomigliare un po'.

Rita Levi Montalcini è una scienziata e senatrice italiana.
È stata insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986 e nominata senatrice a vita nel 2001 dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Nata a Torino nel 1909 (compirà 102 anni fra pochi mesi), Rita, a vent'anni, capisce di non potersi adattare al ruolo femminile tradizionale, e chiede al padre il permesso di impegnarsi in una carriera professionale.

Nell'autunno del 1930 decide di studiare medicina all'Università di Torino e inizia gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la vita e si laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode (il massimo de voti), e si specializza in neurologia e psichiatria.

Nel periodo fascista, Rita, ebrea sefardita, è costretta emigrare in Belgio, dove è ospite dell'istituto di neurologia dell'Università di Bruxelles.
Dal 1941 la famiglia cambia spesso casa per non incorrere nelle deportazioni. A Firenze, Rita entra in contatto con le forze partigiane del Partito d'Azione e nel 1944 entra come medico nelle forze alleate. Qui si accorge però che quel lavoro non era adatto a lei, in quanto non riusciva a costruire il necessario distacco personale dal dolore dei pazienti.

Nel 1947 il biologo Viktor Hamburger la invita a Saint Louis, e le offre la cattedra di Neurobiologia al Dipartimento di zoologia della Washington University.
Fino al 1977 rimane negli USA, continuando la sua ricerca sul sistema nervoso, e in particolare sulla crescita dei tumori delle cellule nervose, che le fanno guadagnare nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina, insieme al suo studente biochimico Stanley Cohen.
Nel 1987 riceve il National Medal of Science, l'onorificenza più alta del mondo scientifico statunitense.

Durante la carriera negli Stati Uniti, lavora anche in Italia, dirige il Centro di Ricerche di neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma), diventa direttore del Laboratorio di Biologia cellulare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), presidente dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla, e presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e membro delle maggiori accademie scientifiche internazionali.
Nel 1999 è stata nominata ambasciatrice dell'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).

Rita Levi-Montalcini ha sempre affermato di sentirsi una donna libera.

Ha rinunciato per scelta ad un marito e una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza. Riguardo alla propria esperienza di donna nell'ambito scientifico, ha descritto i rapporti coi collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari, sostenendo che le donne costituiscano al pari degli uomini un immenso serbatoio di potenzialità, sebbene ancora lontane dal raggiungimento di una piena parità sociale.
La prima metà degli anni Settanta l'ha vista partecipe dell'attività del Movimento di Liberazione Femminile per la regolamentazione dell'aborto.
È sempre stata attiva in numerose campagne politiche e sociali, ad esempio contro le mine anti-uomo, per la prevenzione dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società.
Nel 1992 crea, con la sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, per aiutare la formazione dei giovani, e il progetto "Un convitto per le ragazze Tuareg", che offre borse di studio a giovani studentesse africane.

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