mercoledì 2 novembre 2011

La storia del Crisantemo e La commemorazione dei defunti del 2 novembre

Did you know that chrysanthemum is the flower symbolizing death in Italy? Here is its sad legend.

C’era una volta una mamma tanto triste per la morte del figlio in guerra, ma la donna era povera e non poteva regalare al figlio nemmeno un fiore per il 2 novembre, il giorno in cui ogni famiglia ricorda i propri cari.
Fu così che in un cassetto trovò delle strisce di stoffe bianche e gialle, le cucì l’una sull’altra fino a formare una grande corolla avvolta da uno stelo di ferro rivestito di verde. La donna si addormentò ma al suo risveglio quel fiore di stoffa palpitava gonfio di vita, con cento linguette vellutate di bianco e di giallo. Sulla tomba del soldato scomparso la donna ci pose il fiore più bello: il crisantemo.

[fonte: www.sanmarcoinlamis.eu]

lunedì 24 ottobre 2011

Adottiamo una parola?

Adopt an Italian word and save our beautiful language. It's easy, it's free.


La società Dante Alighieri, in collaborazione con la rivista femminile Donna Moderna, ha lanciato una campagna di adozione delle parole italiane.

Partecipare è molto semplice: andate sul sito della Dante, alla pagina adottaunaparola.ladante.it. Cliccate su "Come Partecipare", scegliete uno dei quattro dizionari.
Vedrete un elenco di parole, potete sceglierne una, guardarne altre o scrivere la parola che più vi piace nella ricerca. Se non conoscete la parola, per essere sicuri potete controllarla su un dizionario online (ad esempio quello del Corriere).

Io ho adottato la parola DISCONOSCERE (to disclaim, to disown), e da oggi la userò almeno due volte al giorno!
Ah, dimenticavo! Grazie a Cesare per la segnalazione :)

venerdì 10 giugno 2011

Un singolo di grande successo, L'ombelico del mondo, con il quale Jovanotti partecipò anche agli MTV Music Awards.



Questo è l'ombelico del mondo
dove si incontrano facce strane di una bellezza un po' disarmante
pelle di ebano di un padre indigeno e occhi smeraldo come il diamante
facce meticce da razze nuove come il millennio che sta arrivando
questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando
questo è l'ombelico del mondo.
questo è l'ombelico del mondo dove non si sa dove si va a finire
e risalendo dentro se stessi alla sorgente del respirare
è qui che si incontrano uomini nudi con un bagaglio di fantasia
questo è l'ombelico del mondo senti che sale questa energia
questo è l'ombelico del mondo.
questo è l'ombelico del mondo è qui che c'è il pozzo dell'immaginazione
dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione
dove la vita si fa preziosa e il nostro amore diventa azioni
dove le regole non esistono esistono solo le eccezioni
questo è l'ombelico del mondo.
questo è l'ombelico del mondo è qui che nasce l'energia
centro nevralgico dell'universo da qui che parte ogni nuova via
dalle province del grande impero sento una voce che si sta alzando
questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando
questo è l'ombelico del mondo.

venerdì 3 giugno 2011

La ricetta del mese: bruschetta caprese



Ingredienti
Aglio 1 spicchio
Basilico 8 foglie
Mozzarella di bufala 250 gr
Olio extravergine di oliva q.b.
Olive nere intere 12
Origano essiccato qualche pizzico
Pane di grano duro 4 fette da 80-100 gr l'uno
Pomodori ciliegino 10
Sale q.b.

giovedì 26 maggio 2011

Ripasso dei tempi verbali... con una canzone!

Modà - La notte



Sì, _____________ pure misteriosa e tenebrosa,
quando _____________ fa paura,
ma _____________ e _____________ se l'ascolti
se _____________ e cerchi dentro lei
la forza per andare avanti
e non _____________ con il sole e i raggi,
_____________ dagli insulti e dalle malelingue
che cercan solo di ferirmi e screditarmi
Mi lascia fare anche se sbaglio a _____________ male
senza insultarmi

Non come te che invece
_____________ in un momento tutto quanto
ed _____________ dentro te soltanto il peggio
per uno sbaglio ed un momento
in cui _____________ solo
senza coraggio.

Ma la notte so che pensi a me, amore
nel buio cerchi sempre le mie mani
no, non fingere di stare già già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso,
o almeno penso.


Dico _____________, poi _____________
_____________ nei momenti di sconforto
quando intorno a me
tutto è buio come
come la notte, come le botte
come le ferite _____________
mai _____________, ancora aperte,
sbagliare umano ma per te uno sbaglio è tutto,
sono solo un malandrino ed un violento,
per una volta prova ad _____________ il cuore
e non l'orgoglio

Ma la notte so che pensi a me, amore
nel buio cerchi sempre le mie mani
no, non fingere di stare già già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso
o almeno penso

giovedì 12 maggio 2011

La ricetta del mese: gli spaghetti alle vongole

Un'ottima ricetta per l'estate che arriva.



■ Preparazione

le vongole
La preparazione degli spaghetti con le vongole inizia qualche ora prima: bisogna infatti lasciare le vongole qualche ora, meglio una nottata intera, in ammollo con abbondante acqua salata per permettere lo spurgo di eventuali impurità. Preparate una pentola capiente dove fare aprire le vongole a fuoco vivace; le vongole vanno tolte dal fuoco immediatamente dopo la completa apertura, niente è più dannoso per il sapore delle vongole che una cottura prolungata. Separate le vongole dal liquido che si sarà formato, e filtratelo. A parte mettete a imbiondire gli spicchi d'aglio nell'olio e, non appena l'aglio sarà pronto, versate il liquido di cottura e fatelo addensare un po', aggiungendo una parte del prezzemolo.

Per ultimo aggiungete le vongole che a seconda dei gusti saranno state in parte sgusciate, e fate cuocere per pochi istanti. Condite gli spaghetti, o i vermicelli, che nel frattempo avrete cotto al dente con questo delizioso sughetto di vongole, aggiungendo per ultimo il restante prezzemolo e il pepe a volontà.

■ Consiglio
Le vongole per antonomasia da utilizzare nella ricetta degli spaghetti con le vongole sono le vongole veraci. Attenzione però, perché le vongole veraci nostrane sono pressoché sparite soppiantate da quelle asiatiche dal gusto meno deciso. Per riconoscerle bisogna controllare i sifoni retrattili che escono dal guscio: uniti nelle asiatiche e separati nelle nostrane.
Se invece non volete "impressionare" i vostri ospiti con la grandezza delle vongole veraci, e soprattutto avete molto più tempo a disposizione, il consiglio è di preparare gli spaghetti con le vongole usando le vongole più piccole chiamate in alcune zone d'Italia Telline oppure Venus; impiegherete molto più tempo ad assaporarne una ad una ma il risultato sarà decisamente memorabile.

■ Curiosità
La tradizione degli spaghetti alle vongole ha anche delle varianti, in particolare a Napoli ci sono due modi per prepararli con o senza pomodoro. In ogni famiglia, poi, ci sono i sostenitori di una o l'altra ricetta, in ogni caso in entrambi i casi è un peccato non assaggiarli.

[tratto da giallozafferano.it]

lunedì 9 maggio 2011

8 maggio: Festa della Mamma

Ecco le più famose canzoni italiane dedicate alla mamma.
Sono un po' vecchiotte, non sarà che gli italiani hanno smesso di essere troppo "mammoni"?

Mamma di Beniamino Gigli


Ciao mamma di Jovanotti


La più bella di Anna Tatangelo


Mamma e papà di Alex britti


No mamma no di Renato zero


Viva la mamma di Edoardo bennato


Iva Zanicchi "Mamma tutto"

domenica 1 maggio 2011

1° Maggio: festa dei lavoratori. "IL QUARTO STATO" di PELLIZZA DA VOLPEDO

Il Quarto Stato
Autore: Giuseppe Pellizza da Volpedo
Data: 1896-1902
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 293×545 cm
Dov'è: Museo del Novecento, Milano


Il Quarto Stato, opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori.
Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo sta avanzando verso la luce.
Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in altri dipinti (Ambasciatori della fame, Fiumana e  Il cammino dei lavoratori).
La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento.

Così lo descrive il suo autore:
« Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune... »
(Giuseppe Pellizza, Volpedo, 1892)

Così ne parla Aurora Scotti, in Cento opere. Proposte di lettura, in "Enciclopedia dell'arte", 2002:
Rispetto ai suoi contemporanei, il quadro di Pellizza rifiuta caratterizzazioni di eccitata protesta o di passiva rassegnazione, ma legando il tema iconografico dello sciopero con quello della sfilata che caratterizzava le celebrazioni della festa dei lavoratori, presenta una schiera di braccianti che avanza frontalmente, guidata in primo piano da tre persone in grandezza naturale: un uomo al centro affiancato, in posizione leggermente arretrata, da un secondo lavoratore più anziano e da una donna con un bimbo in braccio. La scena si svolge su una piazza illuminata dal sole chiusa sul fondo da folte macchie di vegetazione, che schermano anche le architetture esistenti, e da una porzione di cielo bluastro con striature rossastre iscritta in una cornice centinata. L'organizzazione dei personaggi fu lungamente studiata da Pellizza attraverso disegni preparatori a carboncino e gesso di grande suggestione compositiva e chiaroscurale: disegni singoli per i tre protagonisti, a gruppi per i personaggi in secondo piano, e di dettaglio per teste o mani delle ultime figure sul fondo.
Come i tre personaggi principali non si collocano su un'unica linea ma hanno un'impostazione leggermente a cuneo, così anche i personaggi in secondo piano sono solo apparentemente disposti a schiera, perché in realtà, come è ben evidenziato anche dalle loro ombre, si distribuiscono secondo una linea ondulata ribadita da un analogo comporsi del movimento delle mani nonché dal ritmo e dalla direzione delle loro teste. Questa soluzione contribuisce a evitare che il tutto appaia statico e greve, e a suggerire invece un movimento ritmico e continuo, che ben rappresenta ed evidenzia l'idea dell'avanzata. Anche le diverse condizioni di luce concorrono ad accentuare questa impressione di moto, perché mentre lo sfondo del cielo rappresenta un tramonto, le figure sono viste in una luce quasi meridiana: si accentua in tal modo l'idea dì un trascorrere del tempo e quindi di un collocarsi dell'episodio in uno spazio e in un tempo apparentemente unitari e contingenti, ma, in realtà, espressione di una dimensione più articolata e capace di alludere a un lampo e a una natura che diventano il simbolo di una storia e di valori più universali. In essi infatti si materializza l'avanzare inarrestabile di uomini e donne le cui connotazioni descrittive di età e di classe vengono rielaborate e riassorbite in forme nutrite di una profonda cultura pittorica che attinge ai modelli rinascimentali (Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Botticelli) lungamente studiati nei musei di Firenze, nelle Stanze e nei Palazzi Vaticani, e sulle fotografie Alinari, che di tali capolavori documentavano efficacemente forme, ritmi e articolazioni compositive. La volontà dell'autore di misurarsi al tempo stesso con la contemporaneità e con la storia si traduce non nella semplice riproposizione di un episodio contingente di uno sciopero o di una manifestazione di protesta, da cui pure aveva tratto fin dal 1891 la prima idea del quadro - in una ricerca che aveva prodotto il più oggettivamente naturalistico Ambasciatori della fame del 1892 e la interpretazione meno oggettiva e fortemente simbolista di Fiumana del 1895-96 -, ma nella ideazione di un quadro capace di esaltare l'oggettività delle forme e di simbolizzare tutto il cammino che la classe lavoratrice aveva fatto e si preparava a compiere, un cammino di affrancamento dall'abbrutimento della fatica verso una più umana consapevolezza del proprio valore e della propria forza, un percorso frutto di azione ma anche di pensiero.
Un simile elogio della contemporaneità non poteva essere realizzato se non con una tecnica capace di essere assolutamente moderna, e cioè scientificamente controllata nei passaggi costruttivi della figura ma anche nello studio degli accordi e dei contrasti delle luci a partire dalle basi offerte dalla fisica e dalla chimica ottocentesche. Il Quarto Stato è un'opera complessa, frutto di una tecnica cromatica matura ed efficace. Sulla grande tela, preparata a colla e gesso, Pellizza tracciò le linee di riferimento necessarie per costruire i numerosi personaggi su vari piani e la scena d'ambiente, utilizzando veline ricavate a penna sulla base di diversi cartoni a carboncino; intervenne poi col colore che usò puro, nella ricca gamma di toni messa a disposizione a fine Ottocento dalla casa parigina Lefranc, e che applicò a punti e lineette secondo le leggi del divisionismo, per rendere non solo effetti convincenti di luce ma anche di ariosità e di massa sia nel paesaggio sia nelle figure. Nel piano d'appoggio dominano tonalità ocra e rosate, che trovano il loro punto di massima accensione nel gilet rosso del personaggio in primo piano; nelle figure gli abiti sono realizzati con colori verdastri e giallo sulfurei, ottenuti con una ripetuta sovrapposizione dei vari pigmenti colorati, studiati nelle loro interferenze e nei loro timbri sulla base di cerchi cromatici del tipo elaborato da N.O. Rood (Modern Chromatics uscito a Londra nel 1879), capaci di determinare particolari intensità di toni sfruttando le leggi del contrasto e della complementarità. Anche la dimensione e la direzione delle pennellate contribuiscono a costruire le forme in modo tale da garantire a esse volume pur senza accentuarne la pesantezza o la robustezza. Analoga sapienza denotano le macchie di vegetazione che mediano con il loro controluce e la ricchezza de! fogliame tra la piena luminosità del primo piano e il corrusco tramonto di fondo. Proprio queste caratteristiche di serena oggettività, ma anche di forza e di sicura determinazione hanno contribuito a definire il valore simbolico dell'opera adottata come manifesto dai lavoratori e dalle loro associazioni fin dall'inizio della sua storia espositiva, all'origine di una lunga serie di usi e di riprese soprattutto nella seconda metà del Novecento».

sabato 30 aprile 2011

Ma questo lavoro è il colmo!

colmo [cól-mo] aggettivo
1. riempito fino all'orlo, pieno: 
Esempio: un bicchiere colmo di acqua
2. il punto più alto; cima, sommità, apice: 
Esempio: sono al colmo della felicità
3. cosa incredibile, che suscita indignazione:    
Esempio: basta, questo è il colmo!
si dice anche per presentare certi indovinelli con giochi di parole.

I COLMI DEI MESTIERI
Qual è il colmo per un giardiniere? Essere al verde                                                    
Qual è il colmo per un falegname? Avere la moglie scollata                                      
Qual è il colmo per un vigile de fuoco? Avere una moglie focosa
qual'è il colmo di un gioielliere? Avere un cuore d'oro, una faccia di bronzo e idee brillanti
Qual è il colmo per un cantante? Avere l'ernia del disco
Qual è il colmo per due professori di matematica? Parlare del più e del meno
Qual è il colmo per un pizzaiolo? Avere una moglie capricciosa
Qual è il colmo per un elettricista? Mettere alla luce un figlio
Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso
Qual è il colmo per un sindaco? Essere un tipo fuori dal comune
Qual'è il colmo per un vigile? Avere problemi di circolazione.
Qual e' il colmo per un astronauta? Avere la luna di traverso.

venerdì 29 aprile 2011

Grammatica: i pronomi Ci e Ne

CI
• pronome personale diretto "noi" (oggetto)
Roby ci ha visti sull’autobus.
• pronome personale indiretto "a noi"
Ci impresti il tuo dizionario?
• particella avverbiale di luogo: "in questo posto, qui, in quel posto, lì, là"
        con il verbo essere: c’è (ci è) ci sono
Nello zaino c’è il portapenne. Nel portapenne ci sono le matite.
        con altri verbi
Come vai a scuola? – Ci (= là) vado a piedi.
Vieni al cinema con noi? – Non ci (= là) posso venire.
• particella pronominale: "a questo, con questo, di questo, su questo"
Sono veramente interessato a questo lavoro, ci tengo molto.
Sei abituato a stare così tanto al sole? Sì, ci sono abituato.
Hai trovato i biglietti per la partita? Sì, ci sono riuscito.

NE
• pronome personale indiretto: "di lui, di lei, di loro o da lui, da lei, da loro"
Beppe è molto affezionato ai figli.
Ne (= di loro) parla sempre.
Rafael viene dall’Ecuador e ne ha molta nostalgia.
Ho fatto questo lavoro ma non ne ho guadagnato niente.
• pronome partitivo. "di questo, di questa, di questi, di queste"
Vuoi del gelato? Sì, ne (= di gelato) vorrei un po’.
Guarda che belle rose! Ne compro qualcuna
  oppure per indicare una parte di qualcosa
Mangi tutta la pasta? No, ne prendo solo un piatto.
Attenzione:
-> Vuoi le arance? – Sì, le voglio. (voglio tutte le arance che ci sono qui)
-> Vuoi le arance? – Sì, ne vorrei tre / ne vorrei un chilo. (voglio solo una parte delle arance che ci sono qui)
Lo, la, li, le significano tutto.
Ne invece significa un po’, ed è necessario specificare la quantità (tre, un chilo…).


[vai agli esercizi]

Un esercizio sugli articoli

Ascolta e completa questa famosa canzone



Le cose che piacciono a me
[Musiche di Oscar Hammersteier II e Richard Rodgers - cantata da Tina Centi]

Gocce di pioggia sul verde dei prati,
sciarpe di lana, guantoni felpati,
più che __ sapore, __ colore del tè
ecco __ cose che piacciono a me!

Torte di mele, biscotti croccanti,
bianchi vapori dai treni sbuffanti,
quando ti portano a letto __ caffè,
ecco __ cose che piacciono a me!

Tanti vestiti a vivaci colori,
quando ricevi in regalo dei fiori,
__ camicette di bianco picchè,
ecco le cose che piacciono a me!

Se son triste, infelice, e non so il perché
io penso alle cose che amo di più
e torna __ sereno per me!

__ miagolare che fanno __ gattini,
ed __ sorriso di tutti __ bambini,
__ cioccolata che è dentro
__ bignè,
ecco le cose che piacciono a me!

__ bel quaderno appena comprato,
__ fazzoletto che sa di bucato,
__ gallina che fa coccodè,
ecco le cose che piacciono a me!

Biondi capelli su __ viso abbronzato,
pane arrostito con burro spalmato,
quando si ride ma senza un perché,
ecco le cose che piacciono a me!

Se son triste, infelice, e non so il perché
io penso alle cose che amo di più
e torna il seren per me!

lunedì 25 aprile 2011

Siete fan di tumblr?
Da oggi ci potete trovare anche lì, all'indirizzo
http://lapostrofo.tumblr.com/

venerdì 22 aprile 2011

Earth Day - Acts of Green



Oggi 22 Aprile è la Giornata della Terra. L'edizione 2011 ha questo bellissimo tema: raccogliere un miliardo di "azioni verdi".
Anche Ovìt vuole fare la sua parte, e ha istituito oggi una GIORNATA SENZA FOTOCOPIE, utilizzando attività che prevedevano pratica orale o riutilizzando vecchie lezioni avanzate.

Ma non vogliamo fermarci qui: in ufficio si consuma molta energia, si utilizzano notevoli quantità di carta e prodotti contenenti sostanze inquinanti e tossiche. Gli impatti ambientali connessi alla vita di ufficio non sono quindi trascurabili.
Ecco le Regole Verdi che cerchiamo di applicare quotidianamente:

1. niente stampe inutili.

le lezioni, le dispense e gli esercizi vengono stampati su entrambi i lati, possibilmente su carta riciclata, e conservati per una nuova lezione se non utilizzati subito.


2. sì alla bici.

consigliamo e sosteniamo attivamente l'uso della bici. chi di noi abita troppo lontano per poterla usare quotidianamente cerca di usare il più possibile il trasporto pubblico.

3. attenzione alla spesa!

avendo all'interno del nostro staff dei veri esperti di consumo critico, usiamo unicamente prodotti non testati su animali e prodotti da aziende etiche.

4. spegni la luce!

usiamo unicamente lampadine a basso consumo ed accendiamo la luce solo se è veramente necessario. (mi raccomando, anche voi, non lasciate niente stand by!)

5. programmazione del riciclaggio

dividiamo i rifiuti quotidianamente.

6. acqua pubblica

consigliamo vivamente ai nostri studenti di consumare l'acqua di rubinetto. è buona, è sempre fresca, è gratis, e non produce 5 sacchi di plastica alla settimana.

7. open source

crediamo nel software libero e nella condivisione del sapere. il nostro sito, le nostre lezioni, i nostri documenti e volantini sono stati creati unicamente con programmi open source.

8. la lunga vita delle cose

Non vogliamo dare ai nostri oggetti una morte prematura. Cerchiamo di riutilizzare i piccoli oggetti di cancelleria, come le carte o le graffette, e facciamo costante manutenzione sull'elettronica in modo da non dover  buttare via tutto prima del tempo.

giovedì 21 aprile 2011

poveri turisti!

Sky.it ha telefonato alle aziende trasporti di 8 città per avere informazioni. Ma l’ha fatto in inglese!
Risultato? Esilaranti conversazioni in “inglish”.


Guardate qui le richieste ad altre città

venerdì 8 aprile 2011

La costoletta alla milanese

Un'ottima ricetta dall'ottimo sito www.giallozafferano.it


Preparazione

Per realizzare la costoletta alla milanese, la carne non andrebbe battuta col pestacarne quindi pulitela solamente. A questo punto sbattete le uova dentro una fondina e grattugiate grossolanamente il pane seccato.
Proseguendo nella preparazione della costoletta, passate ciascun lato nell'uovo sbattuto e successivamente nel pangrattato); premete bene la carne nell'impanatura avendo cura di far aderire completamente il pangrattato alla carne.

Ponete del burro in un tegame, fatelo sciogliere e quindi leggeremente soffriggere (dovrebbe diventare color nocciola), aggiungete poi le costolette e fatele ben dorare su entrambi i lati a fuoco medio-basso. Se friggete due costolette alla volta, usate la metà del burro e quando avrete terminato l'operazione pulite la padella e friggete le restanti costolette con il burro rimasto.
Servite le vostre costolette ancora calde ma, prima di farlo, abbiate l'accortezza di rivestire l'osso con dell'alluminio in modo che, se i vostri commensali decideranno di spolparlo, non si sporcheranno le mani.

Consiglio

Una variante molto conosciuta della costoletta è l' "Orecchia di Elefante", cioè preparata con fettine di carne molto appiattite e quindi molto larghe e sottili che, durante la cottura, si accartocciano ricordando vagamente l'orecchio dell'animale.
Se decidete di preparare la costoletta a "Orecchia di Elefante" sarà utile incidere il perimetro della carne evitando così l'arricciamento del bordo in fase di cottura.
Se preferite, per rendere più leggera la frittura della vostra costoletta alla milanese, sostituite in parte il burro con dell'olio, ma non sarà la stessa cosa!
Nonostante la costoletta sia riconosciuta come un piatto tipico lombardo, per anni è stata al centro di una disputa tra Milano e Vienna, discussioni che, in quel periodo, ebbero anche implicazioni patriottiche. La costoletta alla Viennese (Wiener schnitzel), se non per l'impanatura esterna, è ben diversa da quella MIlanese: essa è molto sottile, generalmente è di fesa di maiale e non di vitello e l'impanatura viene fatta passando la carne prima nella farina, poi nell'uovo e infine nel pangrattato.

Curiosità

La costoletta viene estratta dalla lombata di vitello da latte; gli esperti sostengono che solamente le prime sei costolette siano adatte all'impanatura, poichè hanno la giusta quantità di polpa e grasso che conferisce loro la corretta tenerezza per affronatare la cottura senza essere precedentemente battute a lungo.
L'osso della costoletta, detto anche manico, viene di solito ricoperto con della carta stagnola per consentire ai commensali di penderlo tra le dita e spolparlo agevolmente.

domenica 27 marzo 2011

L'italiano in DVD: Tre uomini e una gamba

Anno: 1997
Durata: 98 min
Genere: commedia
Regia: Aldo, Giovanni & Giacomo e Massimo Venier
con: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomino Poretti, Marina Massironi

Trama [tratta da wikipedia]

La trama del film è quella del classico “road trip”: Aldo, Giovanni e Giacomo, dipendenti di un negozio di ferramenta “Il paradiso della brugola”, devono andare a Gallipoli dove avrà luogo il matrimonio di Giacomo con la terza figlia del cavalier Eros Cecconi, loro principale (Giovanni e Aldo sono sposati con le altre due figlie). I tre devono, inoltre, portare al suocero “La Gamba”, un’opera (che costa 170 milioni di lire) di Garpez, scultore sconosciuto ai più (l’opera d’arte verrà disprezzata da tutti tranne da Giacomo). Durante il viaggio avranno varie disavventure (uccidono involontariamente Ringhio, l'amato bulldog del suocero, ripartendo dopo averlo dimenticato legato a guardia della macchina in occasione di una sosta in autogrill; Giacomo è in preda a una colica renale; la macchina si rompe più volte; la Gamba viene persa), tra le quali conosceranno Chiara (Marina Massironi) dopo un tamponamento. Essendosi rotta l'auto della ragazza, che deve partire per la Grecia, i tre accetteranno di darle un passaggio fino al porto dove dovrà imbarcarsi. Giacomo nel frattempo si innamora di Chiara, la quale, essendosene accorta e non volendo rovinare il matrimonio al suo nuovo amico, con una scusa si fa lasciare in un'area di servizio per riprendere il suo viaggio da sola.
Le varie disavventure del viaggio fanno riflettere i tre protagonisti sulla loro condizione: i tre amici lasceranno la Gamba (con una scarpa al piede, per deridere l’opera e il suocero) nel viale d’entrata alla casa.

Giudizio di ovitmilano.com: * *  - -

venerdì 25 marzo 2011

Alcune parole difficili

Completa (dal livello intermedio)

  1. - Invitare Marisa? ______________! Non verrebbe mai in quel locale
  2. magari figurati anzi addirittura insomma
  3. Non solo è un grande attore, ma ______________ ha vinto un Oscar come regista!
  4. magari figurati anzi addirittura insomma
  5. - Grazie mille, Antonio! - ______________! L'ho fatto con piacere.
  6. magari figurati anzi addirittura insomma
  7. Ho capito che si è comportato mal. Ma lui, ______________, cosa ha fatto veramente?
  8. magari figurati anzi addirittura insomma
  9. - Sei stanca? - No, ______________, balliamo ancora un po'.
  10. magari figurati anzi addirittura insomma
  11. -- Ti piacerebbe che Fabio Volo ti invitasse a cena? - ______________! Sarebbe stupendo!
  12. magari figurati anzi addirittura insomma
  13. - Ti è piaciuto il film? - ______________, non molto.
  14. magari figurati anzi addirittura insomma
  15. Ora non posso parlarti, ______________ ci sentiamo più tardi.
  16. magari figurati anzi addirittura insomma
  17. - Non lo sopporto più! - ______________! Cosa ti ha fatto di male?
  18. magari figurati anzi addirittura insomma
  19. Lei è una donna davvero intelligente. ______________, direi che è semplicemente fantastica!
  20. magari figurati anzi addirittura insomma

martedì 22 marzo 2011

Comprensione: Intervista a Saviano (livello avanzato)

Ascoltate questa meravigliosa intervista allo scrittore Roberto Saviano e segnate le espressioni presenti nel video




Roberto Saviano - intervista a Che tempo che fa

  1. Roberto Saviano con il suo libro ha voluto dare una lezione di giornalismo ai giornali italiani e mettere l'accento su quello che il giornalismo di oggi dovrebbe fare e dire
  2. A Napoli migliaia di manifestanti hanno attraversato la città per protestare contro il giornalismo corrotto d'oggi
  3. A Casal di Principe si è tenuta una manifestazione che ha ricevuto una grande partecipazione ma poco rilievo sulla stampa nazionale
  4. I giornali stranieri, ad esempio lo spagnolo El Pais, ha scritto alcune righe riguardo questa manifestazione, ma non nelle pagine centrali
  5. Secondo Saviano i giornali stranieri non possono avere una chiara percezione della realtà, perché la criminalità organizzata è un fenomeno solo locale
  6. Secondo Saviano i giornali a tiratura nazionale pensano che la mafia sia un problema locale, che non possa interessare ai lettori del Nord Italia
  7. Il libro di Saviano in Italia ha venduto oltre due milioni e mezzo di copie ma è poco famoso all'estero.
  8. Saviano accusa i giornalisti di arricchirsi disonorando l'Italia, approfittando delle disgrazie degli italiani
  9. Saviano voleva essere più marginale, voleva essere uno scrittore di nicchia, parlando al cuore di pochi lettori
  10. Enzo Biagi sosteneva che per essere uno scrittore affermato bisogna avere una copia del proprio libro e al tempo stesso essere accusati di plagio
  11. Saviano accusa gli editori di alcuni giornali nazionali di non saper fare cronaca, ma solo letteratura, i non voler fare emergere le notizie vere
  12. Saviano si difende dalle accuse di plagio ricordando che gli stessi editori sono sotto processo per estorsione a mezzo stampa
  13. Saviano è convinto di essere un obiettivo della mafia perché è più debole di altri, che non possono essere colpiti facilmente quanto lui
  14. L'intervistatore accusa Saviano di “stare sempre in mezzo”, di non voler uscire da questo abito di eroe che si è costruito, di avere una corona in testa
  15. Saviano vive all'estero in un appartamento-bunker, con cinque carabinieri che si alternano nella scorta
  16. Saviano afferma di poter esistere solo quando è davanti al pubblico, perché nella sua vita/non-vita non ha una vita privata
  17. Saviano ha presentato il suo libro per la prima volta a Pordenone il 13 ottobre di 3 anni fa
  18. Saviano ha ricevuto la protezione della scorta ma dato che il loro umore era alto non pensava sarebbe stata una situazione lunga

lunedì 21 marzo 2011

Dizionario illustrato: Il corpo umano


1. la testa
2. i capelli
3. la faccia
4. gli occhi
5. il naso
6. la bocca
7. le orecchie
8. le spalle
9. il collo
10. il braccio
11. il gomito
12. le mani
13. le gambe
14. il ginocchio 
15. la caviglia

Dizionario illustrato: La faccia



  1. i capelli
  2. la fronte
  3. le sopracciglia
  4. le palpebre
  5. gli occhi
  6. il naso
  7. la bocca
  8. il mento
  9. le orecchie 
  10. le ciglia 
  11. le guance
  12. il collo

Il quiz d'italiano: Essere o Avere?

Scegli l'opzione corretta:
  1. Alfonso ______ molto triste
  2. è ha
  3. Alfonso ______ molto freddo
  4. è ha
  5. Alfonso ______ molta fretta
  6. è ha
  7. Alfonso ______ molto felice
  8. è ha
  9. Alfonso ______ molta fame
  10. è ha
  11. Alfonso ______ molto sonno
  12. è ha
  13. Alfonso ______ molto stanco
  14. è ha
  15. Alfonso ______ molto caldo
  16. è ha
  17. Alfonso ______ molto arrabbiato
  18. è ha
  19. Alfonso ______ molta sete
  20. è ha

venerdì 18 marzo 2011

Il quiz di grammatica: Ci o Ne?

Scegli l'opzione corretta.
  1. - Quanto zucchero vuoi nel caffè? - ____ vorrei due cucchiaini, grazie.
  2. CI NE
  3. - Abbiamo dimenticato di prenotare! - Tranquillo, ____ ho pensato io
  4. CI NE
  5. Giovanni è un bravo ragazzo, su di lui ____ puoi contare sempre.
  6. CI NE
  7. - Sei andato a vedere l'ultimo film di Soldini? - Sì, ____ sono andato domenica.
  8. CI NE
  9. Sono stanchissima, me ____ vado a casa.
  10. CI NE
  11. - Quanto ____ metti a venire a scuola? - Solo una mezzoretta.
  12. CI NE
  13. - Cosa ____ pensi della musica italiana? - Non so, conosco poche canzoni.
  14. CI NE
  15. - Quanti errori ha fatto nel test? - È stata bravissima! Non ____ ho fatto neanche uno!
  16. CI NE
  17. - Credi nell'oroscopo? - Sì, ____ credo.
  18. CI NE
  19. Sai cosa ti dico? Non me ____ frega niente!
  20. CI NE

Guardiamo la tv? CieloTV in streaming

La tv è un modo per rilassarsi, divertirsi, informarsi.
Ma perché non guardare la tv per imparare?
Molte televisioni possono essere viste direttamente online: guardiamo la tv insieme?

[trovate qui la programmazione di cielotv.it]

giovedì 17 marzo 2011

150 anni d'italia - Giorgio Gaber



Io non mi sento italiano

Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

martedì 22 febbraio 2011

Proverbi sull'amicizia




Amicizia stretta dal vino non dura da sera a mattino.

Chi fa da sé, fa per tre.

Chi trova un amico trova un tesoro.

L’amico di tutti non è amico di nessuno.

Meglio soli che mal accompagnati.

Patti chiari, amicizia lunga.

Val piú un amico che cento parenti.

domenica 20 febbraio 2011

Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni è un cantautore, paroliere, scrittore e insegnante italiano.
È considerato fra i cantautori italiani più importanti, influenti e stilisticamente eterogenei, tanto che «può permettersi di vincere il Festivalbar e di far coppia con i più bei nomi della nostra canzone sul palco del Club Tenco, di scrivere canzoni raffinate e suadenti, di riscrivere la storia di Orfeo ed Euridice, di citare Oscar Wilde ed al tempo stesso di scherzare, cadere di tono, frequentare la canzonetta senza perdere lo spirito e la faccia» come ha scritto Ernesto Assante su la Repubblica.
Ha vinto i tre premi più importanti della musica italiana: il premio Tenco nel 1983, il Festivalbar nel 1992 e, quest'anno, il festival di Sanremo con questa bellissima canzone.



E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare

Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che ha perso il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile

e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendoci il pensiero

per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore

Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali

perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà ben finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore

venerdì 18 febbraio 2011

Roberto Benigni e L'inno d'Italia

Roberto Benigni ieri sera è stato ospite del Festival di Sanremo, per festeggiare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Parla di democrazia, dell'inno nazionale italiano, della storia italiana, della situazione politica attuale, con la sua solita e incredibile passione e il grande amore che è sempre capace di trasmettere a tutti.

Insomma, ogni volta che sentiamo Benigni, finalmente, come non sempre succede, siamo fieri e orgogliosi di essere italiani, e speriamo che a voi faccia piacere stare con noi.

"L'Italia è l'unico paese al mondo dove è nata prima la cultura e poi la nazione"

"Il vero patriota non ritiene mai il suo paese il migliore al mondo, però quell'allegria, quella gioia, quell'orgoglio gioioso e allegro di vivere in un luogo che uno ama e che dice a me insomma, mi piace proprio tanto, quello è sano, volere proprio bene al luogo dove si sta.."

"L'Italia era un corpo dilaniato, posseduto, stuprato, violentato, saccheggiato. Il corpo più bello del mondo"

"Se voi andate in tutti più grandi musei del mondo ci sono chilometri di opere d'arte italiane, per carità, va bene, appartengono all'umanità... Una gioia entrare dentro e camminare e dire, ma io appartengo a questa grandezza? Io sono uno che viene da lì?"


"Noi siamo un popolo solenne, memorabile, altissimo e allegro.. che è una parola che non è traducibile in nessuna lingua del mondo. L'allegria.. appartiene solo a noi"




L'INNO NAZIONALE ITALIANO (detto anche Inno di Mameli) potete ascoltarlo (e cantarlo!) qui:


lunedì 14 febbraio 2011

L'italiano con i fumetti


Buon San Valentino a tutti gli innamorati!!!

Ecco a voi la nostra vignetta preferita sull'amore:
il premio va alla mitica Lucy dei Peanuts.
Il suo amore per Schroeder è forte e invincibile e ci ricorda che...
"LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE"


venerdì 11 febbraio 2011

Impariamo i giorni della settimana

Ecco una vecchia canzone, molto utile per imparare i giorni della settimana.



Sabato sera, di Bruno Filippini (1964)

Lunedì
com'è triste il lunedì senza te
martedì
com'è vuoto il martedì senza te
mercoledì
ci potremo salutar
solamente per telefono
come pure giovedì... e venerdì
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma Sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
Lunedì
si comincia a lavorar lunedì
martedì
si comincia ad aspettar martedì
mercoledì
un bacetto ti darò
solamente per telefono
come pure giovedì...
e venerdì....
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!

Che giorno manca? Ma certo! La domenica!

martedì 8 febbraio 2011

La potenza dell'immaginazione: il periodo ipotetico

Cecco Angiolieri scrive nel Trecento questo splendido sonetto. Nel 1968 il grandissimo Fabrizio De André ne fa una trasposizione in musica.



S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i fosse 'mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i fosse morte, andarei a mi' padre;
s'i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi' madre.
Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui.


E voi cosa vorreste essere? E cosa fareste?

domenica 6 febbraio 2011

Settimana delle donne - come dimenticarle?

Con oggi concludiamo La settimana delle donne. Pensiamo però che sette donne siano troppe poche, per questo vi vogliamo lasciare con una carrellata di donne che hanno fatto e fanno grande il nostro Paese.
Impossibile ricordarle tutte; noi ci abbiamo provato, con molta umiltà, scegliendo tra le donne a cui vorremmo almeno un po' assomigliare.
L'Italia è un paese (anche) per donne.

Settimana delle donne - Domenica con: Maria Montessori

Maria Montessori è stata una pedagogista, filosofa, medico, scienziata, educatrice e volontaria italiana.

Fin dai primi anni di studio manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante.
Si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" scelta che la porterà a diventare una delle prime donne a laurearsi in medicina (nel 1896) dopo l'unità d'Italia.


Dopo la laurea, ottiene quindi la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'università, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici.

Contribuisce con il suo impegno all'emancipazione femminile ed è rimasto famoso un suo intervento al Congresso femminile di Berlino nel 1896.
Nel 1898 presenta a Torino, al congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche e dopo breve tempo,diventa direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma.

Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell'educazione, decide di rinnovare le sue basi culturali laureandosi in filosofia.
Nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui applica una nuova concezione di scuola d'infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica. Il libro viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Al suo arrivo negli Stati Uniti, nel 1913, il New York Tribune la presentò come the most interesting woman of Europe (la donna più interessante d'Europa).

Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone “subnormali” aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini “normali”.
Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive.
Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita.

Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini ritardati ma ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo.
Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ma è una casa dei bambini. È ordinata in maniera tale che i bambini la sentano veramente come loro.
L'intero arredamento della casa è progettato e proporzionato alle possibilità del bambino. In questo ambiente il bambino interagisce attivamente con il materiale proposto, mostrandosi concentrato, creativo e volenteroso. Essenziale è la partecipazione dei genitori per la cura della salute e dell'igiene come prerequisito per la scuola e il compito dell'insegnante è l'organizzazione dell'ambiente.


Maria Montessori è stata la prima ed unica donna italiana a cui è stata dedicata una banconota : durante gli anni novanta, Maria Montessori è stata raffigurata sulla banconota da 1.000lire italiane sostituendo Marco Polo, fin quando l'Italia adottò l'euro.

Nel 2007 Canale 5 le ha dedicato una miniserie televisiva chiamata Maria Montessori - Una vita per i bambini.

sabato 5 febbraio 2011

Settimana delle donne - Sabato con: Alda Merini


Se la mia poesia mi abbandonasse
come polvere o vento,
se io non potessi più cantare,
come polvere o vento,
io cadrei a terra sconfitta
trafitta forse come la farfalla
e in cerca della polvere d’oro
morirei sopra una lampadina accesa,
se la mia poesia non fosse come una gruccia
che tiene su uno scheletro tremante,
cadrei a terra come un cadavere
che l’amore ha sconfitto.

Alda Merini è stata una poetessa e scrittrice italiana.

Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano in via Papiniano.
Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico. Nel 1947, Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro. Quando ne esce alcuni amici le sono vicino e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme aLuciano Erba e Davide Turoldo, la indirizza in esame presso gli specialisti Fornari e Musatti.
Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell'Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949, con la lirica "Il gobbo", datata 22 dicembre 1948, e "Luce", del 22 dicembre 1949, dedicata a Giacinto Spagnoletti. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e di Maria Luisa Spaziani, l'editore Giovanni Scheiwiller stampa due poesie inedite dell'autrice in "Poetesse del Novecento".
Il 9 agosto del 1954, terminata la difficile relazione con Giorgio Manganelli, sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, ed esce, presso l'editore Schwarz, il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo". Nel 1955 esce la seconda raccolta di versi intitolata "Paura di Dio" con le poesie che vanno dal 1947 al 1953 alla quale fa seguito "Nozze romane" e nello stesso anno, edita da Bompiani, viene pubblicata l'opera in prosa"La pazza della porta accanto".
Nasce in quello stesso anno la prima figlia, Emanuela, e al medico curante della bambina, Pietro De Paschale, la Merini dedica la raccolta di versi "Tu sei Pietro" che viene pubblicata nel 1962 dall'editore Scheiwiller.
Dopo "Tu sei Pietro" inizia un triste periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al "Paolo Pini", che dura fino al 1972, con alcuni ritorni in famiglia durante i quali nascono altre tre figlie). Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti alla sindrome bipolare, della quale hanno patito anche altri grandi poeti ed artisti quali Charles Baudelaire, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Lord Byron e Virginia Woolf.

Nel 1979 la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso, come scrive Maria Corti "il suo capolavoro": "La Terra Santa" con la quale vincerà nel 1993 ilPremio Librex Montale.
Ma le pene della scrittrice non sono finite. Nel 1981 muore il marito, e la Merini, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario, cerca inutilmente di far ascoltare la sua voce. Racconta Maria Corti che lei stessa si era recata presso i maggiori editori italiani senza alcun successo, fintanto che, nel 1982, dopo aver raccontato a Paolo Muri, che a quei tempi dirigeva la rivista "Il cavallo di Troia", la sua amarezza, costui le offrì uno spazio sulla sua rivista per trenta poesie da pubblicare sul n° 4, inverno 1982 - primavera 1983 che lei, insieme ad Alda Merini, aveva scelto su un dattiloscritto di un centinaio di testi e che in seguito, insieme all'editore Scheiwiller, avevano aggiunto alle trenta liriche altre dieci e nel 1984 veniva dato alla stampa "La Terra Santa".
In quel periodo la Merini dà in affitto una camera della sua abitazione ad un pittore di nome Charles e inizia a comunicare telefonicamente con l'anziano poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare la sua poesia. Lo sposa nell'ottobre del 1983 e va a vivere a Taranto, curata e protetta dal marito che era stato di professione medico; era infatti il primario di Cardiologia all'ospedale SS. Annunziata.
Scrive le venti poesie-ritratti de La gazza ladra (che si fanno risalire al 1985), rimaste inedite fino al volume Vuoto d'amore, oltre alcuni testi per Pierri. Sempre a Taranto porta a termine L'altra verità. Diario di una diversa.
La Merini fa ritorno a Milano nel luglio del 1986 dopo aver sperimentato nuovamente gli orrori dell'Ospedale Psichiatrico di Taranto e si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedica più di una poesia. Nello stesso anno riprende a scrivere e ad incontrare i vecchi amici, tra cui Vanni Scheiwiller, che le pubblica L'altra verità. Diario di una diversa, il suo primo libro in prosa che, come scrive Giorgio Manganelli nella prefazione al testo, "... non è un documento, né una testimonianza sui dieci anni trascorsi dalla scrittrice in manicomio. È una ricognizione, per epifanie, deliri, nenie, canzoni, disvelamenti e apparizioni, di uno spazio - non un luogo - in cui, venendo meno ogni consuetudine e accortezza quotidiana, irrompe il naturale inferno e il naturale numinoso dell'essere umano" al quale seguiranno "Fogli bianchi" nel 1987, "La volpe e il sipario" (1997) e "Testamento" (del 1988). Nel 1987 è finalista nel premio letterario Premio Bergamo.

Sono questi, per la Merini, anni fecondi dal punto di vista letterario e di conquista di una certa serenità. Nell'inverno del 1989 la poetessa frequenta il caffè-libreria "Chimera", situato poco lontano dalla sua abitazione sui Navigli, e offre agli amici del caffè i suoi dattiloscritti. Sarà in questo periodo che nasceranno libri come "Delirio amoroso" (1989) e "Il tormento delle figure" (1990).
Negli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice. Nel 1991 escono "Le parole di Alda Merini" e "Vuoto d'amore" a cui fa seguito nel 1992 "Ipotenusa d'amore"; nel 1993 viene dato alla stampa "La palude di Manganelli o il monarca del re", il volumetto "Aforismi", con fotografie di Giuliano Grittini e "Titano amori intorno" uscito presso l'editore "La vita felice", con sei disegni di Alberto Casiraghi. È questo l'anno in cui le viene assegnato il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, premio che la consacra tra i grandi letterati contemporanei e la accosta a scrittori come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi,Andrea Zanzotto, Franco Fortini.

Nel 1994 vede la luce il volume "Sogno e Poesia", da "L'incisione di Corbetta", con venti incisioni di altrettanti artisti contemporanei. Nel1995 viene pubblicato da Bompiani il volume "La pazza della porta accanto" e da Einaudi "Ballate non pagate". Il musicista pugliese Vincenzo Mastropirro musica alcune liriche tratte da "Ballate non pagate" (Einaudi editore). Il debutto di "Ballate" è avvenuto al Festival Internazionale sulle musiche possibili Time Zones 1997 al teatro Kismet di Bari ed è inciso su CD edito dalla etichetta discografica Phoenex Classics in cui la stessa Alda Merini recita alcune delle sue stesse liriche.
Sempre nel 1994 esce nelle "Edizioni Melusine" "Reato di vita, autobiografia e poesia". Nel 1996, con il volume "La vita facile", le viene attribuito il "Premio Viareggio" e nel 1997 il "Premio Procida-Elsa Morante".
Risale al 1996 anche la pubblicazione di una libretto edito da La Vita Felice intitolato "Un'anima indocile" composto da poesie vecchie e nuove, da un diario-confessione, da brevi raccontie da una intervista fatta all'autrice.
Nel 1997 vengono pubblicate dall'editore Girardi la raccolta di poesie "La volpe e il sipario", con illustrazioni di Gianni Casari, dove è più che mai evidente la tecnica della poesia che nasce spontaneamente in forma orale e che altri trascrivono. Fenomeno, questo, che "pur essendo tipicamente contemporaneo, di una scelta dell'oralità a svantaggio della scrittura, è per ora unico dentro all'universo della poesia contemporanea.... Si assiste pertanto, a proposito di Merini, al fenomeno di un'oralità che conduce sempre più verso testi assai brevi e, infine, all'aforisma.
Nel novembre 1997 viene pubblicato il libro "Curva di fuga" con poesie e scritti inediti di Alda Merini e incisioni di Giovanni Bonaldi. Il libro viene presentato nella Rocca Sforzesca diSoncino (CR) in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria di Soncino alla poetessa.

Sono questi gli anni in cui la produzione aforistica di Merini diventa molto ricca, come testimonia nel 1997 "Il Catalogo Generale delle Edizioni Pulcinoelefante", edito da Scheiwiller. I minitesti di Alda Merini risultano essere più di cinquecento.
Nel 1999 in "Aforismi e magie", pubblicato da Rizzoli, viene raccolto per la prima volta il meglio di quel genere. Il volume viene illustrato dai disegni di Alberto Casiraghi, amico, poeta ed editore della Merini che ha sollecitato, raccolto e accompagnato con i suoi piccoli libri "Pulcinoelefante", questa nuova vocazione.
La collaborazione con i piccoli editori - che comprendono, oltre "Pulcinoelefante", lo "Zanetto", la "Vita felice", il "Melangolo" e altri - ha portato ad altri minitesti come, tra gli ultimi pubblicati, "Lettera ai figli", edito da Michelangelo Camilliti per l'edizione "Lietocollelibri" e illustrato da otto disegni onirici e surreali di Alberto Casiraghi.
Da ricordare il volume edito da l'"Incisione", "Alda Merini", che contiene poesie inedite della poetessa e disegni dell'artista Aligi Sassu, opere stampate su torchio in litografia e serigrafia.

Nel 2000 esce nell'edizione Einaudi "Superba è la notte", un volume che è il risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all'editore Einaudi e a Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti nel periodo che va dal 1996 al 1999. Non essendo stato possibile dare al materiale un ordine cronologico i curatori si sono basati sull'omogeneità tematica e stilistica complessiva dell'opera.
Nel 2001 posa seminuda per la copertina dell'album Canto di Spine del complesso degli Altera, nel quale sono messe in musica composizioni sue e di altri poeti del Novecento.
Nel 2002 viene stampato dall'editore Salani, un volumetto dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni che nel 1999 aveva scritto Canzone per Alda Merini e nel 2003 la "Einaudi Stile Libero" pubblica un cofanetto con videocassetta e testo dal titolo Più bella della poesia è stata la mia vita. Nel 2009 esce il documentario Alda Merini, una donna sul palcoscenico, del regista Cosimo Damiano Damato, presentato alle Giornate degli Autori della 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Il film vede la partecipazione di Mariangela Melato e le fotografie di Giuliano Grittini. Dall'incontro del regista con la poetessa nasce una grande amicizia e tante poesie inedite inserite nel documentario.
Una donna sul palcoscenico, la poesia inedita di Alda Merini scritta per il film-documentario di Damato:
Un giorno io ho perso una parola/sono venuta qui per dirvelo e non perché voi abbiate risposta/ Non amo i dialoghi o le domande: mi sono accorta che cantavo in una orchestra che non aveva voci/ Ho meditato a lungo sul silenzio, al silenzio non c’è risposta./ Io le mie poesie le ho buttate/ non avevo fogli su cui scriverle./ Poi mi si sono avvicinati strani animali come uomini di antenate bestie da manicomio/ qualcuno mi ha aiutato a sentirmi unica, mi ha guardato./ Pensavo che per loro non c’erano semafori, castelli e strade./ Questo posto sgangherato come il mio cervello che ha trovato solitudini./ Poi è venuto un santo che aveva qualcosa da dare/ un santo che non aveva le catene,non era un malfattore,/ l’unica cosa che avevo avuto in questi anni./ L’avrei seguito/ finché un giorno non sapevo più innamorarmi./ E’ venuto un santo che mi ha illuminato come una stella./ Un santo mi ha risposto: perché non ti ami? È nata la mia indolenza./ Non vedo più gente che mi picchia e non vedo più i manicomi./ Sono morta nell’indolenza.
“E con una voce che tradisce il suo candore da bambina – ha scritto Roberta Bottari su Il Messaggero - un sorriso che le illumina gli occhi e l’immancabile rossetto rosso fuoco, Alda Merini si abbandona a Cosimo Damato. si fida di lui, “sente” che non verrà tradita. E mentre il regista gira in presa diretta, con la camera ferma, in attesa di uno sguardo, di un movimento o di una parola di donna, lei lo seduce parlando di poesia, di misticismo, di filosofia, di musica, di follia riversata nei versi, di Cristo e di passione, senza censurare il dolore famigliare e l’esperienza del manicomio..”

Molto importante è il carattere mistico della più recente poetica della Merini. È dall'incontro tra Alda Merini e Arnoldo Mosca Mondadori che nascono una serie di libri editi da Frassinelli e che hanno come filo conduttore la mistica della poetessa. Mosca Mondadori raccoglie e cura i versi della Merini: il primo libro pubblicato è "L'anima innamorata" (2000), cui seguono testi sempre di carattere religioso, tre dei quali ("Corpo d'amore", "Poema della croce", "Francesco, canto di una creatura"), introdotti da Monsignor Gianfranco Ravasi. Nel 2002 viene pubblicato "Magnificat, un incontro con Maria", corredato da disegni di Ugo Nespolo, nel 2003 "La carne degli Angeli"' con venti opere inedite di Mimmo Paladino; poi "Corpo d'amore"(2004) con le opere di Luca Pignatelli, "Poema della Croce" (2005), "Cantico dei Vangeli" (2006), "Francesco, canto di una creatura" (2007), "Mistica d'amore" (2008), "Padre mio" (2009). Di questo lavoro avvenuto tra il 1997 e il 2009 sono viva testimonianza le registrazioni, raccolte nel libro e nel documentario "Eternamente vivo" (Frassinelli editore, regia di Daniele Pignatelli, a cura di Arnoldo Mosca Mondadori), grazie a cui è possibile ascoltare la voce di Alda Merini mentre crea i suoi versi.

Nel 2003 e 2004 viene pubblicato dall'Einaudi "Clinica dell'abbandono" con l'introduzione di Ambrogio Borsani e con uno scritto di Vincenzo Mollica. Il libro è diviso in due sezioni: la prima, "Poemi eroici", che comprende versi scritti alla fine degli anni novanta, la seconda, "Clinica dell'abbandono", che raccoglie i versi degli ultimi anni. Questo volume riproduce, con alcune aggiunte, il testo del cofanetto con videocassetta "Più bella della poesia è stata la mia vita".
Nel febbraio del 2004 Merini viene ricoverata all'Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutta Italia vengono inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiede aiuto economico. Sorgono numerosi blog telematici e siti internet nei quali viene richiesto l'intervento del sindaco di Milano Gabriele Albertini. La scrittrice ritorna successivamente nella sua casa di Porta Ticinese.

Dal 15 marzo sempre del 2004 è in vendita l'album, intitolato Milva canta Merini, che contiene undici motivi cantati da Milva tratti dalle poesie di Alda Merini più una traccia cd rom. L'autore delle musiche è Giovanni Nuti. Il 21 marzo, presente la stessa Merini, in occasione del suo settantatreesimo compleanno, viene eseguito un recital al Teatro Strehler di Milano, occasione per la presentazione del disco (riproposto poi con successo nello stesso teatro per un ciclo di serate musicali nel maggio 2005, sempre con la presenza della poetessa sul palco).

Durante l'estate 2004 molte sono state le iniziative sorte per far conoscere in maniera più diffusa la poesia di Alda Merini. Si cita ad esempio l'incontro che si è tenuto il 21 luglio al Teatro Romano dal titolo "Ebrietudine, omaggio ad Alda Merini", sei cantate composte daFederico Gozzelino su poesie di Alda Merini.
Alla fine del 2005 esce per Crocetti Editore "Nel cerchio di un pensiero (teatro per voce sola)"raccolta nata dalle dettature telefoniche di Alda Merini a Marco Campedelli. Vengono riportate 53 poesie, quasi tutte inedite curate nella edizione da Roberto Fattore, Luca Bragaja, lo stesso Marco Campedelli e Massimo Natale. Per sottolineare la natura orale e "orfica" dei componimenti è stato scelto di non inserire segni di interpunzione tra e nei versi per lasciarli liberi così come sono nati.
Del 2005 è anche la raccolta Le briglie d'oro (Poesie per Marina 1984-2004), edita da Scheiwiller. Nel 2006 si avvicina al genere noir con"La nera novella", edita da Rizzoli. Del 2008 è la pubblicazione del libro in prosa sotto forma epistolare intitolato "Lettere al dottor G" edito da Frassinelli, a cura di Arnoldo Mosca Mondadori.
Muore il 1 novembre 2009 a causa di una affezione tumorale al San Paolo di Milano. Dopo l'allestimento della camera ardente, aperta il 2 e il 3 del mese, i funerali di stato sono stati celebrati nel pomeriggio del 4 novembre nel Duomo di Milano.

venerdì 4 febbraio 2011

Settimana delle donne - Venerdì con: Luciana Littizzetto


Luciana Littizzetto (Torino, 29 ottobre 1964) è un'attrice, cabarettista, doppiatrice e scrittrice italiana.

Dopo essersi diplomata in pianoforte nel 1984 presso il conservatorio di Torino, intraprende l'insegnamento della musica in una scuola media di un quartiere della periferia di Torino, attività che la terrà occupata per nove anni e che le permetterà di venire a contatto con situazioni che, in futuro, le daranno spunto per la creazione dei suoi personaggi. In quegli anni inoltre Luciana collabora con Gioventù Operaia, il mensile della GiOC (movimento a cui aderisce in quel periodo), su cui pubblica i suoi primi articoli, per lo più sul mondo della scuola o recensioni musicali o cinematografiche, in cui è già percepibile lo stile ironico e disincantato che la caratterizzerà in seguito.

Nel frattempo si laurea in Materie Letterarie presso la facoltà di Magistero nel 1990, con una tesi in storia del melodramma intitolata "La luna nel romanticismo". Tra il 1988 ed il 1990frequenta la scuola di recitazione dell'"Istituto d'Arte e Spettacolo" al circolo Dravelli di Moncalieri, all'epoca diretta da Arnoldo Foà. Qui concepisce i suoi primi spettacoli di cabaret,Lacrime, Sogni e Sesso, iniziando ad esibirsi in alcuni locali cittadini come il Teatro Juvarra ed Hiroshima Mon Amour, spesso con altri (allora) giovani cabarettisti torinesi come le Sorelle Suburbe, Cesare Vodani, Federico Bianco e Beppe Braida.
Parallelamente inizia l'attività di doppiaggio presso la "Delta Film" di Gassino Torinese, prestando la voce a personaggi di soap e telenovele. Dopo aver vinto, nel 1991, il premio "Ettore Petrolini" al Festival di cabaret Bravograzie di Aosta e dopo la partecipazione come corista, sempre nello stesso anno, ad una delle canzoni del disco Càbala dei Loschi Dezi (poi divenuti Mau Mau) entra a far parte del cast della trasmissione televisiva "Avanzi" di RaiTre, condotta da Serena Dandini, guadagnando continui consensi.
Iniziano anche sporadiche apparizioni televisive al Maurizio Costanzo Show. Aiutata da un'agenzia di Milano, Luciana Littizzetto abbandona l'impiego di insegnante e si dedica a tempo pieno ai suoi spettacoli.

Luciana Littizzetto con la fiaccola olimpica, il 10 febbraio 2006
Dal 1993, Luciana Littizzetto torna a teatro con lo spettacolo Parlami d'amore Manù, del quale è anche autrice dei testi. Il copione mette in scena personaggi tipici della Littizzetto, stravaganti vittime della società, che si rivolgono ad una misteriosa dispensatrice di aiuto per risolvere i loro dilemmi. Al Festival di Sanscemo scrive un testo provocatorio, Naziskina, affidato al cabarettista torinese Cesare Vodani, che si classifica quarto.
Lo stesso anno partecipa, sempre su Raitre, alla trasmissione Cielito Lindo condotta da Claudio Bisio ed Athina Cenci, nella quale interpreta il personaggio di Sabrina (personaggio al quale si deve una frase divenuta un tormentone in voga in quegli anni, "Minchia Sabbry!"). Successivamente esordisce in radio conducendo, assieme a Piero Chiambretti, una trasmissione perRadioDue, la Hit Parade.
Il 1995 si apre con la partecipazione alla trasmissione di Raitre Letti gemelli con Oreste De Fornari e Gloria De Antoni e, in estate, sempre sulla stessa rete, è nel cast di TV cumpra dove presenta gag comiche in collaborazione con Michele Mirabella eToni Garrani. Non si ferma la sua attività presso Radiodue, con cui firma la radiocommedia Giada, che sarà in onda fino all'estate1996. Nel 1997 conduce "Single" con Bruno Gambarotta su Rai 2 per poi dedicarsi al ruolo di inviata per il programma Radio Duo, in onda da giugno a settembre dello stesso anno.
La nuova stagione è zeppa di impegni per la Littizzetto che si trova divisa tra televisione e il debutto al cinema: passando allaMediaset lavora a Facciamo Cabaret prima e a Ciro, figlio di Target (con Gaia De Laurentiis e Enrico Bertolino) poi; parallelamente è sul set di Tutti giù per terra, storia tratta dall'omonimo romanzo del torinese Giuseppe Culicchia, e del fortunatissimo film d'esordio di Aldo, Giovanni e Giacomo, Tre uomini e una gamba. Il successo la lancia in un periodo della sua carriera molto fertile: dal 1998 partecipa per la prima volta a numerose puntate di Mai dire gol per poi tornare nel cast di Ciro, figlio di Target. In aprile riceve l'incarico di condurre il programma radiofonico "Titanic(a)", ogni domenica dopo pranzo, che per ogni puntata ha un colore associato attorno al quale la Littizzetto costruisce ogni volta un monologo di un'ora. Più avanti esordisce anche in Zelig - Facciamo Cabaret presentato da Simona Ventura dove corona una fama da comica da tempo consolidata.
I mondiali di calcio Francia 1998 le danno occasione di improvvisarsi nuovamente inviata, stavolta per conto della Gialappa's Band, e, contemporaneamente, torna in radio con un nuovo programma, dal curioso nome Quizzas. La stagione televisiva la vede impegnata ancora con Mai dire gol dove introduce due nuovi personaggi molto popolari, la pianista Nives e la ninfomane Lolita.
Nel 1999 la Littizzetto ritorna sul set, dove recita insieme a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu in E allora mambo poi continua la sua felice partecipazione a "Mai dire gol", riproponendo la figura di Sabrina, assunta come cassiera in un fast-food. L'anno si chiude con la pubblicazione del suo primo libro, intitolato L'agenda di Minchia Sabbry.

Il nuovo millennio si apre con la scritturazione della Littizzetto in svariate pellicole cinematografiche: oltre a recitare nel primo film della Gialappa's Band, Tutti gli uomini del deficiente, e nella seconda pellicola di Lucio Pellegrini, Tandem, è cosceneggiatrice di Ravanello pallido, di cui è la protagonista. Tornata alla RAI, partecipa a Quelli che il calcio di Fabio Fazio, proponendo diversi nuovi personaggi, tra cui le celebri Babooskha e Bianca Eberni.
In novembre, pur non corrispondendo ai canoni di quella che viene normalmente definita una vamp, appare in un servizio fotografico sexy nella rivista Max; scrive infine il suo secondo libroTi amo, bastardo. Successivamente a Mediaset lavora a Matricole, in onda su Italia 1, e al Maurizio Costanzo Show e nel 2001 conduce in radio Le parole che non ti ho chiesto, incentrato sui problemi di coppia. La sua attività di scrittrice non si ferma e trova nello stesso anno un grande slancio: dopo Un attimo, sono nuda, ottiene un imprevedibile successo editoriale con Sola come un gambo di sedano, pubblicato dalla Mondadori (oltre un milione di copie vendute).
Il libro raccoglie alcuni degli articoli che la Littizzetto scrive settimanalmente per Il pensiero debole, la rubrica da lei tenuta su Torino Sette, l'inserto del venerdì de La Stampa.
Il 2002 la vede ospite di trasmissioni molto popolari, da Stasera pago io di Fiorello (in cui propone una famosa rivisitazione in chiave comica della canzone Buonasera, dottore di Claudia Mori) a C'è posta per te di Maria De Filippi, ma anche in Per un pugno di libri, e ancora Mai dire Domenica e Maurizio Costanzo Show. Particolarmente nota la comparsata al Festival di Sanremo del 2003, dove bacia in diretta il conduttore Pippo Baudo.
Bissa la fortuna ottenuta con il libro precedente con la pubblicazione de La principessa sul pisello, sempre per la Mondadori. Sotto il profilo radiofonico viene ingaggiata da Radio Deejay, con cui presenta insieme a Paoletta la trasmissione settimanale La Bomba. Comincia inoltre a firmare degli spot pubblicitari, la cui vena umoristica viene addirittura premiata. Nella prima parte del 2003 torna a lavorare con la Gialappa's Band, entrando nel cast di Mai dire Domenica, dove porta al successo la parodia della cartomante della Zingara e trasforma la pianista Nives in un'esperta sessuologa. Insieme a Davide Ferrario mette in scena Se devo essere sincera, film di cui è cosceneggiatrice e protagonista: nel cast anche Neri Marcorè.
L'anno successivo la vede impegnata alla radio, dove La bomba viene trasformato in un appuntamento quotidiano, e di nuovo nel ruolo di scrittrice: mentre i suoi due più grandi successi commerciali vengono tradotti in Portogallo, Spagna, Germania, Ungheria, Russia, Repubblica Ceca e Lituania, a dicembre pubblica Col cavolo (che chiude la cosiddetta "Trilogia della verdura"). Prima che avvenisse la fusione tra Le Iene con Mai dire Lunedì (che porta alla nascita di Mai dire Iene) Luciana ne era coconduttrice a fianco di Luca & Paolo (la coppia artistica con cui debuttava nel 1999 al cinema).
Dal 2005 è nel cast del programma di Fabio Fazio Che tempo che fa, appuntamento settimanale molto seguito che le garantisce nuovo lustro: abbandonati i personaggi che l'hanno resa celebre, la Littizzetto si prodiga in monologhi comici su temi d'attualità, spesso irriverenti (di gran successo gli appelli a Camillo Ruini, al quale la Littizzetto si rivolge con l'appellativo diEminens, parodiando il trattamento di "eminenza" dovuta ai cardinali), nei quali rimane spesso senza scarpe. Nel corso dello stesso anno gode del successo al botteghino di Manuale d'amore di Carlo Verdone. Ancora impegnata alla conduzione de La bomba, stavolta affiancata da Vic, Luciana si prepara nel frattempo alla stesura di una sceneggiatura per un film.
Nel 2006 la Littizzetto viene confermata per l'appuntamento domenicale di Che tempo che fa e pubblica un nuovo libro, Rivergination, edito Mondadori: nel giro di poche settimane il libro fa capolino al primo posto dei libri più venduti della settimana , confermando il grande successo editoriale della comica torinese. Anche la stagione 2007-2008 di Che tempo che fa vede ancora la comica impegnata la domenica sera. In aprile subisce un'operazione per asportare dei calcoli renali: ne approfitta per scherzare anche su questa esperienza, con dei collegamenti televisivi dalla sua casa di Torino, facendo leggere bollettini medici al limite dell'assurdo. L'8 marzo 2009 è stata la protagonista assoluta del programma Che tempo che fa, con una puntata tutta dedicata alle donne.
Nei mesi di luglio, agosto e settembre 2009 è impegnata su due set, quello dello sceneggiato televisivo Fuoriclasse (in onda nel 2011) e quello del nuovo film di Giovanni Veronesi,Genitori & figli - Agitare bene prima dell'uso.