martedì 22 febbraio 2011

Proverbi sull'amicizia




Amicizia stretta dal vino non dura da sera a mattino.

Chi fa da sé, fa per tre.

Chi trova un amico trova un tesoro.

L’amico di tutti non è amico di nessuno.

Meglio soli che mal accompagnati.

Patti chiari, amicizia lunga.

Val piú un amico che cento parenti.

domenica 20 febbraio 2011

Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni è un cantautore, paroliere, scrittore e insegnante italiano.
È considerato fra i cantautori italiani più importanti, influenti e stilisticamente eterogenei, tanto che «può permettersi di vincere il Festivalbar e di far coppia con i più bei nomi della nostra canzone sul palco del Club Tenco, di scrivere canzoni raffinate e suadenti, di riscrivere la storia di Orfeo ed Euridice, di citare Oscar Wilde ed al tempo stesso di scherzare, cadere di tono, frequentare la canzonetta senza perdere lo spirito e la faccia» come ha scritto Ernesto Assante su la Repubblica.
Ha vinto i tre premi più importanti della musica italiana: il premio Tenco nel 1983, il Festivalbar nel 1992 e, quest'anno, il festival di Sanremo con questa bellissima canzone.



E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare

Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che ha perso il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile

e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendoci il pensiero

per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore

Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali

perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà ben finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore

venerdì 18 febbraio 2011

Roberto Benigni e L'inno d'Italia

Roberto Benigni ieri sera è stato ospite del Festival di Sanremo, per festeggiare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Parla di democrazia, dell'inno nazionale italiano, della storia italiana, della situazione politica attuale, con la sua solita e incredibile passione e il grande amore che è sempre capace di trasmettere a tutti.

Insomma, ogni volta che sentiamo Benigni, finalmente, come non sempre succede, siamo fieri e orgogliosi di essere italiani, e speriamo che a voi faccia piacere stare con noi.

"L'Italia è l'unico paese al mondo dove è nata prima la cultura e poi la nazione"

"Il vero patriota non ritiene mai il suo paese il migliore al mondo, però quell'allegria, quella gioia, quell'orgoglio gioioso e allegro di vivere in un luogo che uno ama e che dice a me insomma, mi piace proprio tanto, quello è sano, volere proprio bene al luogo dove si sta.."

"L'Italia era un corpo dilaniato, posseduto, stuprato, violentato, saccheggiato. Il corpo più bello del mondo"

"Se voi andate in tutti più grandi musei del mondo ci sono chilometri di opere d'arte italiane, per carità, va bene, appartengono all'umanità... Una gioia entrare dentro e camminare e dire, ma io appartengo a questa grandezza? Io sono uno che viene da lì?"


"Noi siamo un popolo solenne, memorabile, altissimo e allegro.. che è una parola che non è traducibile in nessuna lingua del mondo. L'allegria.. appartiene solo a noi"




L'INNO NAZIONALE ITALIANO (detto anche Inno di Mameli) potete ascoltarlo (e cantarlo!) qui:


lunedì 14 febbraio 2011

L'italiano con i fumetti


Buon San Valentino a tutti gli innamorati!!!

Ecco a voi la nostra vignetta preferita sull'amore:
il premio va alla mitica Lucy dei Peanuts.
Il suo amore per Schroeder è forte e invincibile e ci ricorda che...
"LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE"


venerdì 11 febbraio 2011

Impariamo i giorni della settimana

Ecco una vecchia canzone, molto utile per imparare i giorni della settimana.



Sabato sera, di Bruno Filippini (1964)

Lunedì
com'è triste il lunedì senza te
martedì
com'è vuoto il martedì senza te
mercoledì
ci potremo salutar
solamente per telefono
come pure giovedì... e venerdì
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma Sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
Lunedì
si comincia a lavorar lunedì
martedì
si comincia ad aspettar martedì
mercoledì
un bacetto ti darò
solamente per telefono
come pure giovedì...
e venerdì....
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!
ma sabato sera
ti porto a ballare
ti potrò baciare... ti potrò baciare
ma sabato sera
ti porto a ballare
e potrò restare con te!!

Che giorno manca? Ma certo! La domenica!

martedì 8 febbraio 2011

La potenza dell'immaginazione: il periodo ipotetico

Cecco Angiolieri scrive nel Trecento questo splendido sonetto. Nel 1968 il grandissimo Fabrizio De André ne fa una trasposizione in musica.



S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i fosse 'mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i fosse morte, andarei a mi' padre;
s'i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi' madre.
Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui.


E voi cosa vorreste essere? E cosa fareste?

domenica 6 febbraio 2011

Settimana delle donne - come dimenticarle?

Con oggi concludiamo La settimana delle donne. Pensiamo però che sette donne siano troppe poche, per questo vi vogliamo lasciare con una carrellata di donne che hanno fatto e fanno grande il nostro Paese.
Impossibile ricordarle tutte; noi ci abbiamo provato, con molta umiltà, scegliendo tra le donne a cui vorremmo almeno un po' assomigliare.
L'Italia è un paese (anche) per donne.

Settimana delle donne - Domenica con: Maria Montessori

Maria Montessori è stata una pedagogista, filosofa, medico, scienziata, educatrice e volontaria italiana.

Fin dai primi anni di studio manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante.
Si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" scelta che la porterà a diventare una delle prime donne a laurearsi in medicina (nel 1896) dopo l'unità d'Italia.


Dopo la laurea, ottiene quindi la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'università, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici.

Contribuisce con il suo impegno all'emancipazione femminile ed è rimasto famoso un suo intervento al Congresso femminile di Berlino nel 1896.
Nel 1898 presenta a Torino, al congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche e dopo breve tempo,diventa direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma.

Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell'educazione, decide di rinnovare le sue basi culturali laureandosi in filosofia.
Nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui applica una nuova concezione di scuola d'infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica. Il libro viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Al suo arrivo negli Stati Uniti, nel 1913, il New York Tribune la presentò come the most interesting woman of Europe (la donna più interessante d'Europa).

Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone “subnormali” aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini “normali”.
Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive.
Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita.

Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini ritardati ma ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo.
Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ma è una casa dei bambini. È ordinata in maniera tale che i bambini la sentano veramente come loro.
L'intero arredamento della casa è progettato e proporzionato alle possibilità del bambino. In questo ambiente il bambino interagisce attivamente con il materiale proposto, mostrandosi concentrato, creativo e volenteroso. Essenziale è la partecipazione dei genitori per la cura della salute e dell'igiene come prerequisito per la scuola e il compito dell'insegnante è l'organizzazione dell'ambiente.


Maria Montessori è stata la prima ed unica donna italiana a cui è stata dedicata una banconota : durante gli anni novanta, Maria Montessori è stata raffigurata sulla banconota da 1.000lire italiane sostituendo Marco Polo, fin quando l'Italia adottò l'euro.

Nel 2007 Canale 5 le ha dedicato una miniserie televisiva chiamata Maria Montessori - Una vita per i bambini.

sabato 5 febbraio 2011

Settimana delle donne - Sabato con: Alda Merini


Se la mia poesia mi abbandonasse
come polvere o vento,
se io non potessi più cantare,
come polvere o vento,
io cadrei a terra sconfitta
trafitta forse come la farfalla
e in cerca della polvere d’oro
morirei sopra una lampadina accesa,
se la mia poesia non fosse come una gruccia
che tiene su uno scheletro tremante,
cadrei a terra come un cadavere
che l’amore ha sconfitto.

Alda Merini è stata una poetessa e scrittrice italiana.

Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano in via Papiniano.
Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico. Nel 1947, Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro. Quando ne esce alcuni amici le sono vicino e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme aLuciano Erba e Davide Turoldo, la indirizza in esame presso gli specialisti Fornari e Musatti.
Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell'Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949, con la lirica "Il gobbo", datata 22 dicembre 1948, e "Luce", del 22 dicembre 1949, dedicata a Giacinto Spagnoletti. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e di Maria Luisa Spaziani, l'editore Giovanni Scheiwiller stampa due poesie inedite dell'autrice in "Poetesse del Novecento".
Il 9 agosto del 1954, terminata la difficile relazione con Giorgio Manganelli, sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, ed esce, presso l'editore Schwarz, il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo". Nel 1955 esce la seconda raccolta di versi intitolata "Paura di Dio" con le poesie che vanno dal 1947 al 1953 alla quale fa seguito "Nozze romane" e nello stesso anno, edita da Bompiani, viene pubblicata l'opera in prosa"La pazza della porta accanto".
Nasce in quello stesso anno la prima figlia, Emanuela, e al medico curante della bambina, Pietro De Paschale, la Merini dedica la raccolta di versi "Tu sei Pietro" che viene pubblicata nel 1962 dall'editore Scheiwiller.
Dopo "Tu sei Pietro" inizia un triste periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al "Paolo Pini", che dura fino al 1972, con alcuni ritorni in famiglia durante i quali nascono altre tre figlie). Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti alla sindrome bipolare, della quale hanno patito anche altri grandi poeti ed artisti quali Charles Baudelaire, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Lord Byron e Virginia Woolf.

Nel 1979 la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso, come scrive Maria Corti "il suo capolavoro": "La Terra Santa" con la quale vincerà nel 1993 ilPremio Librex Montale.
Ma le pene della scrittrice non sono finite. Nel 1981 muore il marito, e la Merini, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario, cerca inutilmente di far ascoltare la sua voce. Racconta Maria Corti che lei stessa si era recata presso i maggiori editori italiani senza alcun successo, fintanto che, nel 1982, dopo aver raccontato a Paolo Muri, che a quei tempi dirigeva la rivista "Il cavallo di Troia", la sua amarezza, costui le offrì uno spazio sulla sua rivista per trenta poesie da pubblicare sul n° 4, inverno 1982 - primavera 1983 che lei, insieme ad Alda Merini, aveva scelto su un dattiloscritto di un centinaio di testi e che in seguito, insieme all'editore Scheiwiller, avevano aggiunto alle trenta liriche altre dieci e nel 1984 veniva dato alla stampa "La Terra Santa".
In quel periodo la Merini dà in affitto una camera della sua abitazione ad un pittore di nome Charles e inizia a comunicare telefonicamente con l'anziano poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare la sua poesia. Lo sposa nell'ottobre del 1983 e va a vivere a Taranto, curata e protetta dal marito che era stato di professione medico; era infatti il primario di Cardiologia all'ospedale SS. Annunziata.
Scrive le venti poesie-ritratti de La gazza ladra (che si fanno risalire al 1985), rimaste inedite fino al volume Vuoto d'amore, oltre alcuni testi per Pierri. Sempre a Taranto porta a termine L'altra verità. Diario di una diversa.
La Merini fa ritorno a Milano nel luglio del 1986 dopo aver sperimentato nuovamente gli orrori dell'Ospedale Psichiatrico di Taranto e si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedica più di una poesia. Nello stesso anno riprende a scrivere e ad incontrare i vecchi amici, tra cui Vanni Scheiwiller, che le pubblica L'altra verità. Diario di una diversa, il suo primo libro in prosa che, come scrive Giorgio Manganelli nella prefazione al testo, "... non è un documento, né una testimonianza sui dieci anni trascorsi dalla scrittrice in manicomio. È una ricognizione, per epifanie, deliri, nenie, canzoni, disvelamenti e apparizioni, di uno spazio - non un luogo - in cui, venendo meno ogni consuetudine e accortezza quotidiana, irrompe il naturale inferno e il naturale numinoso dell'essere umano" al quale seguiranno "Fogli bianchi" nel 1987, "La volpe e il sipario" (1997) e "Testamento" (del 1988). Nel 1987 è finalista nel premio letterario Premio Bergamo.

Sono questi, per la Merini, anni fecondi dal punto di vista letterario e di conquista di una certa serenità. Nell'inverno del 1989 la poetessa frequenta il caffè-libreria "Chimera", situato poco lontano dalla sua abitazione sui Navigli, e offre agli amici del caffè i suoi dattiloscritti. Sarà in questo periodo che nasceranno libri come "Delirio amoroso" (1989) e "Il tormento delle figure" (1990).
Negli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice. Nel 1991 escono "Le parole di Alda Merini" e "Vuoto d'amore" a cui fa seguito nel 1992 "Ipotenusa d'amore"; nel 1993 viene dato alla stampa "La palude di Manganelli o il monarca del re", il volumetto "Aforismi", con fotografie di Giuliano Grittini e "Titano amori intorno" uscito presso l'editore "La vita felice", con sei disegni di Alberto Casiraghi. È questo l'anno in cui le viene assegnato il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, premio che la consacra tra i grandi letterati contemporanei e la accosta a scrittori come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi,Andrea Zanzotto, Franco Fortini.

Nel 1994 vede la luce il volume "Sogno e Poesia", da "L'incisione di Corbetta", con venti incisioni di altrettanti artisti contemporanei. Nel1995 viene pubblicato da Bompiani il volume "La pazza della porta accanto" e da Einaudi "Ballate non pagate". Il musicista pugliese Vincenzo Mastropirro musica alcune liriche tratte da "Ballate non pagate" (Einaudi editore). Il debutto di "Ballate" è avvenuto al Festival Internazionale sulle musiche possibili Time Zones 1997 al teatro Kismet di Bari ed è inciso su CD edito dalla etichetta discografica Phoenex Classics in cui la stessa Alda Merini recita alcune delle sue stesse liriche.
Sempre nel 1994 esce nelle "Edizioni Melusine" "Reato di vita, autobiografia e poesia". Nel 1996, con il volume "La vita facile", le viene attribuito il "Premio Viareggio" e nel 1997 il "Premio Procida-Elsa Morante".
Risale al 1996 anche la pubblicazione di una libretto edito da La Vita Felice intitolato "Un'anima indocile" composto da poesie vecchie e nuove, da un diario-confessione, da brevi raccontie da una intervista fatta all'autrice.
Nel 1997 vengono pubblicate dall'editore Girardi la raccolta di poesie "La volpe e il sipario", con illustrazioni di Gianni Casari, dove è più che mai evidente la tecnica della poesia che nasce spontaneamente in forma orale e che altri trascrivono. Fenomeno, questo, che "pur essendo tipicamente contemporaneo, di una scelta dell'oralità a svantaggio della scrittura, è per ora unico dentro all'universo della poesia contemporanea.... Si assiste pertanto, a proposito di Merini, al fenomeno di un'oralità che conduce sempre più verso testi assai brevi e, infine, all'aforisma.
Nel novembre 1997 viene pubblicato il libro "Curva di fuga" con poesie e scritti inediti di Alda Merini e incisioni di Giovanni Bonaldi. Il libro viene presentato nella Rocca Sforzesca diSoncino (CR) in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria di Soncino alla poetessa.

Sono questi gli anni in cui la produzione aforistica di Merini diventa molto ricca, come testimonia nel 1997 "Il Catalogo Generale delle Edizioni Pulcinoelefante", edito da Scheiwiller. I minitesti di Alda Merini risultano essere più di cinquecento.
Nel 1999 in "Aforismi e magie", pubblicato da Rizzoli, viene raccolto per la prima volta il meglio di quel genere. Il volume viene illustrato dai disegni di Alberto Casiraghi, amico, poeta ed editore della Merini che ha sollecitato, raccolto e accompagnato con i suoi piccoli libri "Pulcinoelefante", questa nuova vocazione.
La collaborazione con i piccoli editori - che comprendono, oltre "Pulcinoelefante", lo "Zanetto", la "Vita felice", il "Melangolo" e altri - ha portato ad altri minitesti come, tra gli ultimi pubblicati, "Lettera ai figli", edito da Michelangelo Camilliti per l'edizione "Lietocollelibri" e illustrato da otto disegni onirici e surreali di Alberto Casiraghi.
Da ricordare il volume edito da l'"Incisione", "Alda Merini", che contiene poesie inedite della poetessa e disegni dell'artista Aligi Sassu, opere stampate su torchio in litografia e serigrafia.

Nel 2000 esce nell'edizione Einaudi "Superba è la notte", un volume che è il risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all'editore Einaudi e a Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti nel periodo che va dal 1996 al 1999. Non essendo stato possibile dare al materiale un ordine cronologico i curatori si sono basati sull'omogeneità tematica e stilistica complessiva dell'opera.
Nel 2001 posa seminuda per la copertina dell'album Canto di Spine del complesso degli Altera, nel quale sono messe in musica composizioni sue e di altri poeti del Novecento.
Nel 2002 viene stampato dall'editore Salani, un volumetto dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni che nel 1999 aveva scritto Canzone per Alda Merini e nel 2003 la "Einaudi Stile Libero" pubblica un cofanetto con videocassetta e testo dal titolo Più bella della poesia è stata la mia vita. Nel 2009 esce il documentario Alda Merini, una donna sul palcoscenico, del regista Cosimo Damiano Damato, presentato alle Giornate degli Autori della 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Il film vede la partecipazione di Mariangela Melato e le fotografie di Giuliano Grittini. Dall'incontro del regista con la poetessa nasce una grande amicizia e tante poesie inedite inserite nel documentario.
Una donna sul palcoscenico, la poesia inedita di Alda Merini scritta per il film-documentario di Damato:
Un giorno io ho perso una parola/sono venuta qui per dirvelo e non perché voi abbiate risposta/ Non amo i dialoghi o le domande: mi sono accorta che cantavo in una orchestra che non aveva voci/ Ho meditato a lungo sul silenzio, al silenzio non c’è risposta./ Io le mie poesie le ho buttate/ non avevo fogli su cui scriverle./ Poi mi si sono avvicinati strani animali come uomini di antenate bestie da manicomio/ qualcuno mi ha aiutato a sentirmi unica, mi ha guardato./ Pensavo che per loro non c’erano semafori, castelli e strade./ Questo posto sgangherato come il mio cervello che ha trovato solitudini./ Poi è venuto un santo che aveva qualcosa da dare/ un santo che non aveva le catene,non era un malfattore,/ l’unica cosa che avevo avuto in questi anni./ L’avrei seguito/ finché un giorno non sapevo più innamorarmi./ E’ venuto un santo che mi ha illuminato come una stella./ Un santo mi ha risposto: perché non ti ami? È nata la mia indolenza./ Non vedo più gente che mi picchia e non vedo più i manicomi./ Sono morta nell’indolenza.
“E con una voce che tradisce il suo candore da bambina – ha scritto Roberta Bottari su Il Messaggero - un sorriso che le illumina gli occhi e l’immancabile rossetto rosso fuoco, Alda Merini si abbandona a Cosimo Damato. si fida di lui, “sente” che non verrà tradita. E mentre il regista gira in presa diretta, con la camera ferma, in attesa di uno sguardo, di un movimento o di una parola di donna, lei lo seduce parlando di poesia, di misticismo, di filosofia, di musica, di follia riversata nei versi, di Cristo e di passione, senza censurare il dolore famigliare e l’esperienza del manicomio..”

Molto importante è il carattere mistico della più recente poetica della Merini. È dall'incontro tra Alda Merini e Arnoldo Mosca Mondadori che nascono una serie di libri editi da Frassinelli e che hanno come filo conduttore la mistica della poetessa. Mosca Mondadori raccoglie e cura i versi della Merini: il primo libro pubblicato è "L'anima innamorata" (2000), cui seguono testi sempre di carattere religioso, tre dei quali ("Corpo d'amore", "Poema della croce", "Francesco, canto di una creatura"), introdotti da Monsignor Gianfranco Ravasi. Nel 2002 viene pubblicato "Magnificat, un incontro con Maria", corredato da disegni di Ugo Nespolo, nel 2003 "La carne degli Angeli"' con venti opere inedite di Mimmo Paladino; poi "Corpo d'amore"(2004) con le opere di Luca Pignatelli, "Poema della Croce" (2005), "Cantico dei Vangeli" (2006), "Francesco, canto di una creatura" (2007), "Mistica d'amore" (2008), "Padre mio" (2009). Di questo lavoro avvenuto tra il 1997 e il 2009 sono viva testimonianza le registrazioni, raccolte nel libro e nel documentario "Eternamente vivo" (Frassinelli editore, regia di Daniele Pignatelli, a cura di Arnoldo Mosca Mondadori), grazie a cui è possibile ascoltare la voce di Alda Merini mentre crea i suoi versi.

Nel 2003 e 2004 viene pubblicato dall'Einaudi "Clinica dell'abbandono" con l'introduzione di Ambrogio Borsani e con uno scritto di Vincenzo Mollica. Il libro è diviso in due sezioni: la prima, "Poemi eroici", che comprende versi scritti alla fine degli anni novanta, la seconda, "Clinica dell'abbandono", che raccoglie i versi degli ultimi anni. Questo volume riproduce, con alcune aggiunte, il testo del cofanetto con videocassetta "Più bella della poesia è stata la mia vita".
Nel febbraio del 2004 Merini viene ricoverata all'Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutta Italia vengono inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiede aiuto economico. Sorgono numerosi blog telematici e siti internet nei quali viene richiesto l'intervento del sindaco di Milano Gabriele Albertini. La scrittrice ritorna successivamente nella sua casa di Porta Ticinese.

Dal 15 marzo sempre del 2004 è in vendita l'album, intitolato Milva canta Merini, che contiene undici motivi cantati da Milva tratti dalle poesie di Alda Merini più una traccia cd rom. L'autore delle musiche è Giovanni Nuti. Il 21 marzo, presente la stessa Merini, in occasione del suo settantatreesimo compleanno, viene eseguito un recital al Teatro Strehler di Milano, occasione per la presentazione del disco (riproposto poi con successo nello stesso teatro per un ciclo di serate musicali nel maggio 2005, sempre con la presenza della poetessa sul palco).

Durante l'estate 2004 molte sono state le iniziative sorte per far conoscere in maniera più diffusa la poesia di Alda Merini. Si cita ad esempio l'incontro che si è tenuto il 21 luglio al Teatro Romano dal titolo "Ebrietudine, omaggio ad Alda Merini", sei cantate composte daFederico Gozzelino su poesie di Alda Merini.
Alla fine del 2005 esce per Crocetti Editore "Nel cerchio di un pensiero (teatro per voce sola)"raccolta nata dalle dettature telefoniche di Alda Merini a Marco Campedelli. Vengono riportate 53 poesie, quasi tutte inedite curate nella edizione da Roberto Fattore, Luca Bragaja, lo stesso Marco Campedelli e Massimo Natale. Per sottolineare la natura orale e "orfica" dei componimenti è stato scelto di non inserire segni di interpunzione tra e nei versi per lasciarli liberi così come sono nati.
Del 2005 è anche la raccolta Le briglie d'oro (Poesie per Marina 1984-2004), edita da Scheiwiller. Nel 2006 si avvicina al genere noir con"La nera novella", edita da Rizzoli. Del 2008 è la pubblicazione del libro in prosa sotto forma epistolare intitolato "Lettere al dottor G" edito da Frassinelli, a cura di Arnoldo Mosca Mondadori.
Muore il 1 novembre 2009 a causa di una affezione tumorale al San Paolo di Milano. Dopo l'allestimento della camera ardente, aperta il 2 e il 3 del mese, i funerali di stato sono stati celebrati nel pomeriggio del 4 novembre nel Duomo di Milano.

venerdì 4 febbraio 2011

Settimana delle donne - Venerdì con: Luciana Littizzetto


Luciana Littizzetto (Torino, 29 ottobre 1964) è un'attrice, cabarettista, doppiatrice e scrittrice italiana.

Dopo essersi diplomata in pianoforte nel 1984 presso il conservatorio di Torino, intraprende l'insegnamento della musica in una scuola media di un quartiere della periferia di Torino, attività che la terrà occupata per nove anni e che le permetterà di venire a contatto con situazioni che, in futuro, le daranno spunto per la creazione dei suoi personaggi. In quegli anni inoltre Luciana collabora con Gioventù Operaia, il mensile della GiOC (movimento a cui aderisce in quel periodo), su cui pubblica i suoi primi articoli, per lo più sul mondo della scuola o recensioni musicali o cinematografiche, in cui è già percepibile lo stile ironico e disincantato che la caratterizzerà in seguito.

Nel frattempo si laurea in Materie Letterarie presso la facoltà di Magistero nel 1990, con una tesi in storia del melodramma intitolata "La luna nel romanticismo". Tra il 1988 ed il 1990frequenta la scuola di recitazione dell'"Istituto d'Arte e Spettacolo" al circolo Dravelli di Moncalieri, all'epoca diretta da Arnoldo Foà. Qui concepisce i suoi primi spettacoli di cabaret,Lacrime, Sogni e Sesso, iniziando ad esibirsi in alcuni locali cittadini come il Teatro Juvarra ed Hiroshima Mon Amour, spesso con altri (allora) giovani cabarettisti torinesi come le Sorelle Suburbe, Cesare Vodani, Federico Bianco e Beppe Braida.
Parallelamente inizia l'attività di doppiaggio presso la "Delta Film" di Gassino Torinese, prestando la voce a personaggi di soap e telenovele. Dopo aver vinto, nel 1991, il premio "Ettore Petrolini" al Festival di cabaret Bravograzie di Aosta e dopo la partecipazione come corista, sempre nello stesso anno, ad una delle canzoni del disco Càbala dei Loschi Dezi (poi divenuti Mau Mau) entra a far parte del cast della trasmissione televisiva "Avanzi" di RaiTre, condotta da Serena Dandini, guadagnando continui consensi.
Iniziano anche sporadiche apparizioni televisive al Maurizio Costanzo Show. Aiutata da un'agenzia di Milano, Luciana Littizzetto abbandona l'impiego di insegnante e si dedica a tempo pieno ai suoi spettacoli.

Luciana Littizzetto con la fiaccola olimpica, il 10 febbraio 2006
Dal 1993, Luciana Littizzetto torna a teatro con lo spettacolo Parlami d'amore Manù, del quale è anche autrice dei testi. Il copione mette in scena personaggi tipici della Littizzetto, stravaganti vittime della società, che si rivolgono ad una misteriosa dispensatrice di aiuto per risolvere i loro dilemmi. Al Festival di Sanscemo scrive un testo provocatorio, Naziskina, affidato al cabarettista torinese Cesare Vodani, che si classifica quarto.
Lo stesso anno partecipa, sempre su Raitre, alla trasmissione Cielito Lindo condotta da Claudio Bisio ed Athina Cenci, nella quale interpreta il personaggio di Sabrina (personaggio al quale si deve una frase divenuta un tormentone in voga in quegli anni, "Minchia Sabbry!"). Successivamente esordisce in radio conducendo, assieme a Piero Chiambretti, una trasmissione perRadioDue, la Hit Parade.
Il 1995 si apre con la partecipazione alla trasmissione di Raitre Letti gemelli con Oreste De Fornari e Gloria De Antoni e, in estate, sempre sulla stessa rete, è nel cast di TV cumpra dove presenta gag comiche in collaborazione con Michele Mirabella eToni Garrani. Non si ferma la sua attività presso Radiodue, con cui firma la radiocommedia Giada, che sarà in onda fino all'estate1996. Nel 1997 conduce "Single" con Bruno Gambarotta su Rai 2 per poi dedicarsi al ruolo di inviata per il programma Radio Duo, in onda da giugno a settembre dello stesso anno.
La nuova stagione è zeppa di impegni per la Littizzetto che si trova divisa tra televisione e il debutto al cinema: passando allaMediaset lavora a Facciamo Cabaret prima e a Ciro, figlio di Target (con Gaia De Laurentiis e Enrico Bertolino) poi; parallelamente è sul set di Tutti giù per terra, storia tratta dall'omonimo romanzo del torinese Giuseppe Culicchia, e del fortunatissimo film d'esordio di Aldo, Giovanni e Giacomo, Tre uomini e una gamba. Il successo la lancia in un periodo della sua carriera molto fertile: dal 1998 partecipa per la prima volta a numerose puntate di Mai dire gol per poi tornare nel cast di Ciro, figlio di Target. In aprile riceve l'incarico di condurre il programma radiofonico "Titanic(a)", ogni domenica dopo pranzo, che per ogni puntata ha un colore associato attorno al quale la Littizzetto costruisce ogni volta un monologo di un'ora. Più avanti esordisce anche in Zelig - Facciamo Cabaret presentato da Simona Ventura dove corona una fama da comica da tempo consolidata.
I mondiali di calcio Francia 1998 le danno occasione di improvvisarsi nuovamente inviata, stavolta per conto della Gialappa's Band, e, contemporaneamente, torna in radio con un nuovo programma, dal curioso nome Quizzas. La stagione televisiva la vede impegnata ancora con Mai dire gol dove introduce due nuovi personaggi molto popolari, la pianista Nives e la ninfomane Lolita.
Nel 1999 la Littizzetto ritorna sul set, dove recita insieme a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu in E allora mambo poi continua la sua felice partecipazione a "Mai dire gol", riproponendo la figura di Sabrina, assunta come cassiera in un fast-food. L'anno si chiude con la pubblicazione del suo primo libro, intitolato L'agenda di Minchia Sabbry.

Il nuovo millennio si apre con la scritturazione della Littizzetto in svariate pellicole cinematografiche: oltre a recitare nel primo film della Gialappa's Band, Tutti gli uomini del deficiente, e nella seconda pellicola di Lucio Pellegrini, Tandem, è cosceneggiatrice di Ravanello pallido, di cui è la protagonista. Tornata alla RAI, partecipa a Quelli che il calcio di Fabio Fazio, proponendo diversi nuovi personaggi, tra cui le celebri Babooskha e Bianca Eberni.
In novembre, pur non corrispondendo ai canoni di quella che viene normalmente definita una vamp, appare in un servizio fotografico sexy nella rivista Max; scrive infine il suo secondo libroTi amo, bastardo. Successivamente a Mediaset lavora a Matricole, in onda su Italia 1, e al Maurizio Costanzo Show e nel 2001 conduce in radio Le parole che non ti ho chiesto, incentrato sui problemi di coppia. La sua attività di scrittrice non si ferma e trova nello stesso anno un grande slancio: dopo Un attimo, sono nuda, ottiene un imprevedibile successo editoriale con Sola come un gambo di sedano, pubblicato dalla Mondadori (oltre un milione di copie vendute).
Il libro raccoglie alcuni degli articoli che la Littizzetto scrive settimanalmente per Il pensiero debole, la rubrica da lei tenuta su Torino Sette, l'inserto del venerdì de La Stampa.
Il 2002 la vede ospite di trasmissioni molto popolari, da Stasera pago io di Fiorello (in cui propone una famosa rivisitazione in chiave comica della canzone Buonasera, dottore di Claudia Mori) a C'è posta per te di Maria De Filippi, ma anche in Per un pugno di libri, e ancora Mai dire Domenica e Maurizio Costanzo Show. Particolarmente nota la comparsata al Festival di Sanremo del 2003, dove bacia in diretta il conduttore Pippo Baudo.
Bissa la fortuna ottenuta con il libro precedente con la pubblicazione de La principessa sul pisello, sempre per la Mondadori. Sotto il profilo radiofonico viene ingaggiata da Radio Deejay, con cui presenta insieme a Paoletta la trasmissione settimanale La Bomba. Comincia inoltre a firmare degli spot pubblicitari, la cui vena umoristica viene addirittura premiata. Nella prima parte del 2003 torna a lavorare con la Gialappa's Band, entrando nel cast di Mai dire Domenica, dove porta al successo la parodia della cartomante della Zingara e trasforma la pianista Nives in un'esperta sessuologa. Insieme a Davide Ferrario mette in scena Se devo essere sincera, film di cui è cosceneggiatrice e protagonista: nel cast anche Neri Marcorè.
L'anno successivo la vede impegnata alla radio, dove La bomba viene trasformato in un appuntamento quotidiano, e di nuovo nel ruolo di scrittrice: mentre i suoi due più grandi successi commerciali vengono tradotti in Portogallo, Spagna, Germania, Ungheria, Russia, Repubblica Ceca e Lituania, a dicembre pubblica Col cavolo (che chiude la cosiddetta "Trilogia della verdura"). Prima che avvenisse la fusione tra Le Iene con Mai dire Lunedì (che porta alla nascita di Mai dire Iene) Luciana ne era coconduttrice a fianco di Luca & Paolo (la coppia artistica con cui debuttava nel 1999 al cinema).
Dal 2005 è nel cast del programma di Fabio Fazio Che tempo che fa, appuntamento settimanale molto seguito che le garantisce nuovo lustro: abbandonati i personaggi che l'hanno resa celebre, la Littizzetto si prodiga in monologhi comici su temi d'attualità, spesso irriverenti (di gran successo gli appelli a Camillo Ruini, al quale la Littizzetto si rivolge con l'appellativo diEminens, parodiando il trattamento di "eminenza" dovuta ai cardinali), nei quali rimane spesso senza scarpe. Nel corso dello stesso anno gode del successo al botteghino di Manuale d'amore di Carlo Verdone. Ancora impegnata alla conduzione de La bomba, stavolta affiancata da Vic, Luciana si prepara nel frattempo alla stesura di una sceneggiatura per un film.
Nel 2006 la Littizzetto viene confermata per l'appuntamento domenicale di Che tempo che fa e pubblica un nuovo libro, Rivergination, edito Mondadori: nel giro di poche settimane il libro fa capolino al primo posto dei libri più venduti della settimana , confermando il grande successo editoriale della comica torinese. Anche la stagione 2007-2008 di Che tempo che fa vede ancora la comica impegnata la domenica sera. In aprile subisce un'operazione per asportare dei calcoli renali: ne approfitta per scherzare anche su questa esperienza, con dei collegamenti televisivi dalla sua casa di Torino, facendo leggere bollettini medici al limite dell'assurdo. L'8 marzo 2009 è stata la protagonista assoluta del programma Che tempo che fa, con una puntata tutta dedicata alle donne.
Nei mesi di luglio, agosto e settembre 2009 è impegnata su due set, quello dello sceneggiato televisivo Fuoriclasse (in onda nel 2011) e quello del nuovo film di Giovanni Veronesi,Genitori & figli - Agitare bene prima dell'uso.


giovedì 3 febbraio 2011

Settimana delle donne - Giovedì con: Alfonsina Strada

La settimana scorsa molte amiche che hanno condiviso sul loro profilo di Facebook immagini di donne che hanno lottato per i diritti delle donne in Italia.Vogliamo unirci a questo appello mostrandovi questa settimana, sulla nostra pagina facebook e sul nostro blog, 7 donne italiane a cui vorremmo tutte assomigliare un po'.

Alfonsina Strada, è stata una ciclista italiana, pioniera della parificazione tra lo sport maschile e quello femminile.

Negli anni 1920 si confrontò con ciclisti di sesso maschile in corse come il Giro di Lombardia e il Giro d'Italia, correndo insieme a campioni come Costante Girardengo, Gaetano Belloni, Philippe Thys, Henri Pélissier.

Alfonsina è figlia di due poveri braccianti analfabeti. Nel 1901 il padre porta a casa una vecchia bicicletta: Alfonsina trova una vera passione, forse la libertà. Ma mentre nel resto d'Europa il ciclismo femminile comincia a diffondersi, in Italia, soprattutto nei piccoli paesi, questo sport è considerato una manifestazione diabolica. Ciò nonostante, la ragazza crescendo continua ad alimentare questa passione partecipando e vincendo a numerose corse di paese.

Alfonsina fa sarta, ma non abbandona la bicicletta. Nel 1907, sedicenne, decide di visitare da sola Torino, dove le donne su due ruote non sono motivo di scandalo. Qui comincia a gareggiare, guadagnandosi il titolo di "miglior ciclista italiana".

Nella primavera dello stesso anno si trasferisce a Milano, la città che era divenuta in pochi anni la nuova capitale della bicicletta, e in cui si tengono corse come la Milano-Sanremo, la Milano-Torino, la Milano-Modena.

Nel 1917, Alfonsina si iscrive al Giro di Lombardia, sfidando atleti dell'altro sesso. Dopo aver preso parte a due Giri di Lombardia, nel 1924 le permettono di iscriversi al Giro d'Italia di quell'anno nonostante mille polemiche (e probabilmente solo per motivi promozionali). A quattro giorni dalla partenza il suo nome non compare. Il giorno dopo ecco però comparire sulla Gazzetta dello Sport il nome di "Alfonsin Strada di Milano"(e non si sa se la lettera "a" mancante sia un caso...). In breve la notizia si diffonde in tutta Italia, creando curiosità, sospetto, approvazione e risa.

Il tracciato del Giro 1924 attraversava la penisola per 3.613 chilometri, in 12 tappe, intervallate da 11 giorni di riposo. Naturalmente per Alfonsina Strada è molto difficoltoso reggere il passo dei colleghi maschi, ma ogni volta riesce a tagliare il traguardo.

Arrivata fuori tempo massimo durante la tappa L'Aquila-Perugia, è esclusa dalla classifica del Giro: una decisione probabilmente influenzata dal clima che si respira in quell'epoca, quando la parità tra uomo e donna era ben lontana, e non si tollerava una donna che non solo sfidava apertamente gli uomini, ma riusciva addirittura a batterne alcuni. Si decise comunque per un compromesso: Alfonsina poteva prendere parte a tutte le restanti tappe, ma i suoi tempi non sarebbero stati conteggiati nella classifica. Ma, tra i 90 partiti a Milano, solo 30 completarono la corsa, e, fra di questi, Alfonsina.

Il maschilismo del periodo le impedisce di partecipare ancora al Giro, ma Alfonsina vince ben 36 corse contro colleghi maschi e conquista la stima di numerosi ciclisti celebri, tra cui Costante Girardengo.

Nel 2004 è stato pubblicato il libro scritto da Paolo Facchinetti con il titolo Gli anni ruggenti di 
Alfonsina Strada
 - Il romanzo dell'unica donna che ha corso il Giro d'Italia assieme agli uomini.

Il 20 aprile 2010 è uscito il concept album dei Tétes de Bois intitolato Goodbik con 11 canzoni dedicate al ciclismo: quella che ha avuto più successo è Alfonsina e la bici. Questa canzone ha ispirato il video-clip interpretato dall'astrofisica Margherita Hack e diretto da Agostino Ferrente.


mercoledì 2 febbraio 2011

Settimana delle donne - Mercoledì con: Margherita Hack

La settimana scorsa molte amiche che hanno condiviso sul loro profilo di Facebook immagini di donne che hanno lottato per i diritti delle donne in Italia.Vogliamo unirci a questo appello mostrandovi questa settimana, sulla nostra pagina facebook e sul nostro blog, 7 donne italiane a cui vorremmo tutte assomigliare un po'.

Margherita Hack è un'astrofisica italiana.

« La scienza si avvicina asintoticamente alla verità. »

Scienziata. ma con grande umanità. Grazie alla sua grandissima chiarezza e bravura nello spiegare anche i più difficili temi di fisica e astrofisica, e grazie anche alla sua umiltà, simpatia e amore per la scienza, Margherita Hack presenterà presto un programma televisivo dove parlerà dei segreti dell’Universo ai bambini.


Margherita Hack è stata professoressa di astronomia all'Università di Trieste dal 1964 al 1992 (dove è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia), è stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, l'Osservatorio Astronomico di Trieste, è membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri, ricevendo numerosi premi per la ricerca scientifica.
In Italia, con un'intensa opera di promozione ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell'utilizzo di vari satelliti raggiungendo un altissimo livello.
In segno di apprezzamento per il suo importante contributo, le è stato anche intitolato un asteroide: il 8558 Hack.

Margherita Hack è molto nota anche per le sue attività in campo sociale e politico.
È socia onoraria dell'associazione Libera Uscita per la depenalizzazione dell'eutanasia.
È una animalista convinta ed è vegetariana sin da bambina. Riguardo alla carne, ha dichiarato: «Non la mangerei mai, perché mi sembra veramente atroce uccidere milioni e milioni e milioni di animali... è veramente un'ecatombe ogni giorno sulla terra».
Il 12 agosto 2010 Margherita Hack è stata premiata a Torre del Lago Puccini come "Personaggio gay dell’anno" per la sua attività a favore dei diritti civili e del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. In quell’occasione ha dichiarato che «da parte di altri paesi è certamente un segno di civiltà. Noi invece siamo un paese arretrato, che non sa cos'è il rispetto della libertà. Il Vaticano è certamente un deterrente che influenza la classe politica, ma la politica non è libera e non ha il coraggio di reagire. E se non reagisce questo significa che è più bacchettona della Chiesa e non sa cos'è il rispetto della libertà altrui».


Dal 1989 è garante scientifico del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e, dal 2002, è presidente onorario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.

In politica, è stata candidata con il Partito dei Comunisti Italiani, ed è una forte oppositrice del governo Berlusconi, a favore di maggiori investimenti nella ricerca scientifica e nel campo dell'istruzione.

martedì 1 febbraio 2011

Settimana delle donne - Martedì: Milena Gabanelli

La settimana scorsa molte amiche che hanno condiviso sul loro profilo di Facebook immagini di donne che hanno lottato per i diritti delle donne in Italia.Vogliamo unirci a questo appello mostrandovi questa settimana, sulla nostra pagina facebook e sul nostro blog, 7 donne italiane a cui vorremmo tutte assomigliare un po'.

Milena Jole Gabanelli è una giornalista italiana. Opera come freelance collaborando con la Rai a programmi televisivi di inchiesta.

Collabora con la Rai dal 1982, iniziando con la realizzazione di programmi di attualità per la terza rete regionale.

Lavorando da sola, con una videocamera portatile, all'inizio degli anni '90 è tra i primi a introdurre in Italia il videogiornalismo, uno stile di intervista che risulta molto diretto ed efficace, soprattutto nel giornalismo di inchiesta. A Milena Gabanelli si deve inoltre la teorizzazione di questo metodo, tanto che lo insegnerà nelle scuole di giornalismo.

Nel 1990 è l'unica giornalista italiana a mettere piede sull'isola dove vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty e poi inviata di guerra in diverse zone calde del mondo, ex Jugoslavia, Territori Occupati, Somalia, Cecenia.

Nel 1994 il giornalista Giovanni Minoli le propone di occuparsi di "Professione Reporter", un programma sperimentale creato da giovani video-giornalisti. E' una grande innovazione: abbassando i costi, gli autori (free-lance, cioè si pagano le spese da soli) lavorano in modo più libero.

Dal 1997 Milena conduce Report, programma in onda su Rai Tre che racconta i numerosi problemi dell'Italia contemporanea: salute, ingiustizie e inefficienze dei servizi pubblici. L'obiettività dei servizi dei giornalisti di "Report" risulta essere quantomeno pari all'insistenza nella ricerca della verità: sono numerosi i premi e i riconoscimenti in ambito giornalistico che Milena Gabanelli ha ricevuto nel corso della sua carriera, ma altrettante le critiche di chi la ritiene un personaggio "scomodo".

Di lei il giornalista Giorgio Bocca ha detto: "Milena Gabanelli è l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare".
Noi speriamo che lo faccia ancora a lungo.